Bastano tre parole?

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da: Don Arcangelo Martina, 14 febbraio 2002 * "SS. Rosario"

 

Bastano tre parole?

La canzoncina tormentone dell'estate di Valeria Rossi, cantata con qualche sfumato tono sensuale, rispecchia abbastanza l'attuale condizione giovanile?!

Le tre parole bastanti sarebbero: sole, cuore e amore.

In effetti, da una recente indagine "Giovani e consumo sostenibili" voluta dall'Unesco, risulta un quadro poco consolante. Emerge nettamente una fuga dalle responsabilità individuali rispetto non solo al tanto conclamato "Villaggio globale", ma anche a quello locale. Ciò che sembra avere incidenza nella vita delle persone sono solo gli avvenimenti privati, mentre le vicende mondiali lasciano più o meno indifferenti. I comportamenti individuali, poi, affondano le loro radici in un pensiero di corto respiro; la cosa è confermata sia dal diffuso disinteresse verso ciò che accade nella propria città (salvo che non li tocchi personalmente), sia dal rapporto stabilito con le merci, acquistate secondo parametri che privilegiano la qualità e l'economicità a danno dell'impatto ambientale e della loro "eticità".

Un privato, insomma, che rifugge la globalizzazione, ma anche la partecipazione più spicciola, che non vuol farsi carico di alcuna responsabilità nei confronti del proprio ambiente di vita (micro o macro che sia). Causa in tal modo il divario tra le prassi sociali, la politica, l'economia e la quotidianità dei ragazzi rinchiusi nella privacy per godersi individualmente "sole - cuore - amore", le tre cose che bastano! Ma è proprio questo ciò che necessita per una vita piena e felice? Qualcuno disse: "Una sola è la cosa necessaria, che nessuno può toglierti" e anche "Va e anche tu fa lo stesso".

E' probabile allora che oltre alla vita individuale e privata ci sia molto di più per realizzare la felicità di tutti.  
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Don Michele Arcangelo Martina