italia e italiani nel 37° rapporto del censis
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a cura di: Silvano Guglielmi, 23 gennaio 2004 * "Articoli"
L’ITALIA
E GLI ITALIANI
Il Censis (Centro Studi investimenti sociali) ha presentato ai primi di dicembre il 37° rapporto sulla situazione italiana, dal quale emerge una fotografia dell’Italia non proprio conforme a quella che abitualmente ci viene presentata dai media.
Gli italiani, sempre secondo De
Rita, chiedono una politica nuova, “sganciata dal problema dello
sviluppo, tra neoborghesia e parametri di Maastricht”. Una politica,
ma non priva di potenziali difetti: “Direttiva, protettiva, da
chioccia: la gente chiede di essere aiutata a fare più borgo, a
sentirsi più sicura: ecco i nostri pensieri, provvedeteci. E’
un’offerta di delega”.
E arriva una bordata per il
federalismo spinto: “Serve una devolution della devolution.
Ed ecco alcune curiosità, che
fanno, almeno in parte, il nostro ritratto attuale.
- Conflittualità
sociale: nel 2002 sono state 34 milioni le ore di lavoro perdute
per agitazioni varie, con un + 449 % rispetto al 2000.
- Il volontariato:
il 27 % degli italiani vi si dedica, pur in forme e modalità molto
diverse.
- L’indebitamento delle
famiglie: nei primi sei mesi del 2003, il credito al consumo ha
registrato prestiti pari a 17,4 miliardi di euro, con un incremento
del 19 %.
- Le imprese degli
immigrati stranieri: sono 125.461 i titolari di impresa nati
all’estero, pari al 3 % del totale. La Lombardia registra la quota più
consistente (17,5%), seguita dalla Toscana (10,7%).
- Il consumo di alcol e
sigarette: il 53,5% degli italiani ha dichiarato che nell’ultimo
anno ha posto maggiore attenzione all’alimentazione; il 6,8% ha
ridotto molto il fumo; il 4,7% il consumo di alcol; il 4,4% ha smesso
di fumare.
- L’uscita di casa dei
giovani: il 60,1% nella fascia di età 18-34 anni vive in casa (
nel ’93 erano il 55,5%), il 47% di questi lavora.
- La mobilità sul
lavoro: la percentuale di chi, dopo un anno, si trova nella
stessa posizione lavorativa è salita al 94,2%. - La paura della criminalità: i reati sono cresciuti del 3,1 %, ma solo il 25% della popolazione teme di essere vittima di furti o rapine.
Pare, infine, che gli italiani si
siano sganciati dalla logica “declino e sviluppo”; altre sono le
priorità che stanno a cuore: pace, terrorismo, sicurezza,
immigrazione, bioetica, identità nazionale. Logica una domanda tra i
commentatori: nasce una virtuosa neoborghesia?
(a cura di S.G. –
10.12.’03)
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