AUTO AD IDROGENO E RIGASSIFICATORE

 

Mino Mattia * 10 dicembre  2005 * __Chiudimi_|x|__ (articoli vari)


Spesso accade, soprattutto a tavola nelle giornate festive con amici e parenti, che i discorsi diventino filosofici o si spostino sui  grandi temi dell’umanità, sui quali ognuno di noi è convinto di possederne la “verità”.
Alcuni di questi inevitabilmente, riguardano l’ambiente, lo sviluppo sostenibile, le nuove tecnologie, che molto spesso conosciamo solo per sentito dire, o perché se n’è letto qualcosa chissà dove.
La domanda più frequente è la famosa: “ma perché non si mette sul mercato la fantomatica auto alimentata ad Idrogeno?”, tutti sappiamo che ne esistono diversi prototipi e che qualcuno di essi addirittura funzioni.
Non è assolutamente mia intenzione mettere in discussione le conoscenze di ognuno, ma credo sia doveroso chiarire alcuni aspetti, premettendo che lavorando nel settore petrolchimico e chimica di base mi trovo mio malgrado a gestire ed utilizzare centinaia di prodotti e sottoprodotti petroliferi e non.
L’Idrogeno, da Hidro “acqua” e genes “generare”, è il primo degli elementi chimici della tavola periodica degli elementi, ha come simbolo H e come numero atomico 1.
Allo stato elementare esiste sotto forma di molecola biatomica, H2, che a pressione atmosferica e a temperatura ambiente è un gas incolore, inodore, altamente infiammabile. L'idrogeno è l'elemento più leggero e più abbondante di tutto l'universo. È presente nell'acqua e in tutti i composti organici e organismi viventi. L'idrogeno forma composti con la maggior parte degli elementi, spesso anche per sintesi diretta. Le stelle sono principalmente composte di idrogeno nello stato di plasma, l’idrogeno è l’elemento chimico più leggero in assoluto.
Le applicazioni in cui viene impiegato sono molteplici, dalla produzione di ammoniaca, all’idrogenazione di olii e grassi, nella ricerca criogenia, in chimica e biologia.
Essendo tra l’altro 15 volte più leggero dell’aria, venne impiegato nell’era pionieristica dell’aviazione, come agente sollevante di dirigibili e mongolfiere, solo dopo il disastro dell’Hindenburg, ci si convinse che questo gas fosse troppo pericoloso per utilizzi di massa.
L'idrogeno è l'elemento più abbondante dell'universo, forma fino al 75% della materia (in base alla massa) e più del 90% (in base al numero di atomi). Questo elemento si trova principalmente nelle stelle e nei giganti gassosi. Relativamente alla sua abbondanza generale, l'idrogeno è molto raro nell'atmosfera terrestre (1 ppm) e praticamente inesistente allo stato puro sulla superficie e nel sottosuolo terrestre. Sulla Terra la fonte più comune di questo elemento è l'acqua, che è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno (H2O). Altre fonti sono: la maggior parte della materia organica (che comprende tutte le forme di vita conosciute), il carbone, i combustibili fossili e il gas naturale. Il metano (CH4), che è un sottoprodotto della decomposizione organica, sta diventando una fonte di idrogeno sempre più importante. Il fatto che l'idrogeno sia l'elemento più abbondante dell'universo potrebbe far pensare che sia estremamente facile produrlo, ad esempio estraendolo dall'acqua. Se questo è vero in linea teorica, nella pratica attualmente il modo più economico per produrre questo elemento consiste nell'utilizzo di petrolio o di altri combustibili fossili. Infatti, circa il 97% dell'idrogeno prodotto è ottenuto dai combustibili fossili, mentre soltanto un 3% si ottiene tramite l'elettrolisi dell'acqua. Non si eliminerebbe né diminuirebbe quindi il ricorso all’odiato petrolio.
Inoltre L'idrogeno è un gas altamente infiammabile e forma con l'aria miscele esplosive. Reagisce inoltre violentemente con il cloro e il fluoro. Le frasi di rischio riportate nella scheda si sicurezza del prodotto sono R12, S 2-9-16-33, ossia “estremamente infiammabile, conservare fuori dalla portata dei bambini, conservare in luogo ben ventilato, conservare lontano da ogni qualsiasi fonte d’infiammazione, evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche “. A questo va aggiunto che è totalmente inesistente una rete di distribuzione ed approvvigionamento, e che i rischi connessi a tale rete, a mio modesto parere, non sono stati ancora scientificamente approfonditi… scusate se è poco. Ora Vi domando, siete certi che mettereste tranquillamente la vostra nuova auto ad idrogeno nel vostro garage?
Sempre per lo stesso motivo, la mancanza di informazione certa, mi ha lasciato perplesso che nella seduta consiliare del 29 novembre u.s. l’unico punto su cui si sia trovata l’unanimità sia stato il “NO al Rigassificatore di Brindisi”, mentre su tutti gli  altri punti all’ordine del giorno, effettivamente di loro “competenza” come al solito si registra una serie infinita di “insoddisfazioni, mancati chiarimenti,  spallucce, elusioni e delusioni… tutto ciò è naturalmente disarmante ma purtroppo ormai consueto.

Quanti di Voi, egregi consiglieri o carissimi concittadini, sanno veramente cosa sia un Rigassificatore? Quale sia il suo processo, di quali tecnologie disponga, quali siano gli standard di sicurezza di un complesso simile?
Sapete per caso se in Italia ve ne siano altri, e se si da quanto tempo e con quali risultati? Attualmente nel nostro Paese l’approvvigionamento del Gas Naturale (leggi metano) è prevalentemente assicurato da gasdotti che definire colossali è dire poco e vi assicuro che il loro impatto ambientale non è per nulla da sottovalutare.Tale situazione incide enormemente e negativamente sull’approvvigionamento di Gas Naturale in Italia, sia dal punto di vista costi che sicurezza, paradossalmente l’utilizzo dei rigassificatori garantisce un livello di sicurezza enorme e minor costi di gestione, con vantaggi indiscutibili per ognuno di noi. L’attività di trasporto del gas naturale e di rigassificazione del gas naturale liquefatto rende disponibile una fonte energetica a basso impatto ambientale, che nel 2004 ha soddisfatto circa il 34% del fabbisogno energetico in Italia, che permette di migliorare l’efficienza energetica, di ridurre le emissioni in atmosfera e di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra secondo gli impegni del Protocollo di Kyoto.
Per vostra opportuna informazione, è necessario precisare che a Brindisi la questione non è “Rigassificatore si – Rigassificatore no”, ma la sua allocazione logistica per minimizzarne l’impatto Ambientale.
Quello che forse sfugge ai più, è che le aziende serie che operano nel settore chimico ed energetico sono sottoposte a normative ferree e che la quasi totalità si sottopongono a sistemi di gestione (sicurezza, salute e ambiente) certificati da enti esterni assolutamente super partes e non “concilianti” come le varie ISO, CERTICHIM, CERTIQUALITY, OSHAS e via discorrendo. Esistono infatti, facilmente reperibili nei vari stabilimenti o in Internet, le Politiche a cui le aziende si ispirano e in cui credono facendone un modello comportamentale.
L’errore più comune è quello di collegare la parola “ambiente” solo con le fabbriche, quando per forza di cose le stesse non possono transigere nel rispetto, pena la chiusura.
Salendo sul terrazzo di casa mia, oltre ai tetti e le antenne del mio amato paese, intravedo con preoccupazione manufatti in eternit, il famigerato cementino contenente fibre di amianto, tristemente famoso ed accertato cancerogeno. Molti di noi sanno della sua pericolosità, eppure sono ancora lì a fare bella mostra di se… non parliamo poi delle centinaia di discariche abusive nelle varie periferie, dove amianto, gomme usate, fusti di olio nella migliore delle ipotesi se non versato direttamente al suolo, frigoriferi con ancora attaccati i contenitori del gas refrigerante… e potrei continuare per ore.
Cari amministratori,  molto spesso è più utile e costruttivo porre rimedio alle piccole cose di casa propria piuttosto che avventurarsi in problematiche di cui si potrebbero ignorare gli aspetti. Rendiamo vivibile la nostra realtà da quello che indubbiamente e inesorabilmente ci potrebbe opprimere, facciamo in modo che scompaia l’amianto e gli olii usati vengano consegnati al “consorzio obbligatorio”, facciamo in modo che si utilizzi il servizio dei rifiuti ingombranti e che l’installazione delle antenne per telecomunicazioni avvenga fuori del perimetro abitato, solo allora si potrebbe aprire un dibattito sulle grandi questioni Ambientali, dal progresso sostenibile, all’opportunità di nuove installazioni di cicli produttivi, avendo però cura di informarsi, documentarsi e proporre… non solo prendere una posizione semplicemente perché conveniente ai fini di “popolarità”…
Curiamo prima il nostro piccolo “raffreddore”, e solo dopo diamo consigli e pareri su chi ha un problema serio… se ne siamo in grado.

Mino Mattia