25 Aprile 1945 una pagina di storia che va rispettata

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da: Giovanni Caputo, 25 aprile 2002 * "Politica"

 

25 Aprile 1945 una pagina di storia che va rispettata

Marzabotto è stato uno dei più grandi crimini nazisti, sono state uccise 1836 persone, di queste 50 bambini, 15 dei quali con meno di un anno.

Johannes Rau, Presidente della Repubblica Federale Tedesca, in nome della Germania è venuto a manifestare dolore e vergogna e a chiedere perdono per quella strage.

L'onestà e il coraggio, dimostrato dal presidente tedesco, non sono stati presi d'esempio da quei fascisti che hanno contribuito in quella come in altre stragi.

Rappresaglie, stragi, incendi, atti di gratuita violenza in luoghi di ritrovo per torture: Casa dello studente a Genova, Villa Trieste a Milano, Pensione Jaccarino a Roma, solo per fare alcuni esempi, finirono il 25 Aprile del '45, Giorno della Liberazione.

Questa data, divenuta festività civile, perché celebra la sconfitta del fascismo e l'inizio della libertà, è messa in discussione dalla cultura di un Governo di destra. Il Presidente del Consiglio rifiuta di partecipare alle cerimonie commemorative di una data fondativa per la storia del Paese. Rifiuta di rendere onore a quanti hanno combattuto e sconfitto il fascismo e il nazismo, rendendo possibile il ritorno dell'Italia nella comunità democratica. Sceglie di inviare un messaggio ai promotori della commemorazione di Edgardo Sogno, medaglia d'oro della Resistenza, processato per aver tentato di organizzare negli anni '60 un colpo di Stato contro la Repubblica.

L'Amministrazione comunale di Veglie forza la mano ancora di più e modifica il nome e il senso di un avvenimento che commemora la lotta del Popolo Italiano per la libertà e la democrazia. A Veglie il revisionismo amministrativo modifica il 25 Aprile, che da Festa della Liberazione diventa Festa della riconciliazione nazionale nel titolo e dei caduti nel testo di un manifesto affisso sul muri del paese.

Non c'è dubbio che tutti i morti meritino rispetto e pietà, ma nessuno può chiedere che le motivazioni di quelli che hanno combattuto al fianco e al servizio del nazismo siano equiparati a quelle dei Volontari della Libertà.

Non c'è un rifiuto preconcetto alla "conciliazione" ma è chiaro che questa deve poggiare sul valori della Resistenza, che ha portato alla sconfitta del fascismo e alla firma della Costituzione. Questo è l'atto di nascita della nostra Repubblica.

Rinnegarlo significa indebolirne la legittimità, l'unità, la capacità di tenuta di fronte a vecchi e nuovi pericoli.

La storia deve indagare e affrontare ogni aspetto delle vicende del nostro Paese ma non può e non deve essere forzata alle necessità contingenti della politica. 

Chi opera queste forzature non riconcilia ma ampia le divisioni, inquina le fonti della nostra democrazia, ne indebolisce le risorse, la rende più fragile e indifesa.
Giovanni Caputo