L’estensione dell’obbligo è, come si è detto, una misura-ponte che si inserisce nel quadro di un sistema generale ancora in evoluzione: è un cuneo che implica e sollecita la riforma complessiva dell’intero percorso scolastico, introducendo obiettivi e stimolando l’adozione di metodologie che interesseranno, in prospettiva, l’intero segmento della scuola secondaria.

Si calcola che nell’anno scolastico 1999-2000, per effetto della legge, siederanno sui banchi della prima classe delle scuole superiori circa 31.000 alunni in più. Oltre a fissare per tutti un tempo più lungo per l’apprendimento di base, la legge sul nuovo obbligo ha anche l’obiettivo di limitare il tasso di abbandono scolastico rilevato negli anni precedenti.

La frequenza di un anno scolastico in più è obbligatoria per le ragazze e i ragazzi che non hanno ancora compiuto i 15 anni ed è gratuita: rientra cioè nell’istruzione di base che lo Stato deve garantire a tutti i cittadini.

Per chi decide di non proseguire il percorso scolastico dopo il primo anno di scuola superiore, l’assolvimento dell’obbligo sarà documentato da un certificato che attesti gli studi effettuati e le competenze acquisite. Questo documento, se da un lato rappresenta una sorta di "foglio di congedo" dalla scuola, dall’altro potrà essere speso come credito formativo nei successivi percorsi di apprendimento: la formazione professionale, il rientro a scuola, l’apprendistato. Il diploma di licenza media conserva comunque il valore attuale.

Per chi non volesse uscire dalla scuola, ma solo cambiare indirizzo di studio alla fine del primo anno delle secondarie, non ci sono penalizzazioni: per passare nell’anno successivo ad un indirizzo diverso non occorrerà sostenere un esame integrativo, ma un colloquio teso ad individuare eventuali lacune e predisporre interventi compensativi.

L’ultimo anno del nuovo obbligo deve infatti continuare a fornire ai ragazzi gli strumenti per fare una scelta, ma non corrisponde ancora ad una scelta ben definita: deve aprire prospettive, non indirizzare su una sola strada.

Se l’esigenza di passaggio si manifesterà durante l’anno scolastico, la scuola dovrà predisporre delle cosiddette "passerelle": moduli didattici realizzati in collaborazione con gli insegnanti dell’indirizzo di destinazione che favoriscano il trasferimento, integrando ciò che lo studente ha appreso nel corso frequentato con le caratteristiche specifiche del nuovo percorso di studi.

Con l’innalzamento dell’obbligo subiscono dei mutamenti l’impostazione didattica e i contenuti della scuola media e scuola superiore che conservano comunque la loro autonomia. Nel piano formativo dovrà avere rilievo anche l’acquisizione di abilità trasversali, di conoscenze e competenze che possano essere successivamente utilizzate in contesti scolastici e formativi diversi.

All’innalzamento dell’obbligo scolastico corrisponde dunque un’offerta formativa più ricca. Ogni scuola, grazie all’autonomia, potrà prevedere nel progetto d’istituto, accanto alle materie tradizionali, percorsi di approfondimento, recupero, riorientamento, progettati sulla base delle esigenze e delle caratteristiche dei propri studenti: per realizzarli si potrà ritagliare una quota oraria fino al 15% del monte orario annuale di ciascuna disciplina.

L’offerta formativa potrà inoltre essere arricchita con attività aggiuntive anche a carattere extracurricolare.

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