Ti voglio bene, papà

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da: Briciola, 17 marzo 2002 * "Articoli Vari"

 

Ti voglio bene papà.

Come vorrei averti potuto evitare la delusione di quella volta che gli amici, nei quali credevi,  ti hanno estromesso, senza mezzi termini, dalla cooperativa per la quale ti eri battuto.

Come vorrei aver saputo e potuto  risparmiarti l'umiliazione che t'inflisse la maestra della Nina, ricordi? Dopo aver controllato i suoi  quaderni avevi fatto recapitare  un biglietto con scritto pressappoco così: "Signora Maestra, ai miei tempi, per questi sbagli ci avrebbero mandati dietro alla lavagna a inginocchiarci sul tappeto di ghiaia, opportunamente preparato!" E l'insegnante per tutta risposta  ha sottolineato con la matita rossa i tuoi errori ortografici e t'ha restituito così corretto, il foglio.

Come vorrei aver potuto evitarti la disperazione il giorno che sul pubblico mezzo di trasporto ti hanno sottratto dalle tasche l'assegno che avevi avuto, quale caparra, per la vendita del tuo appartamento. E come vorrei aver potuto evitarti l'umiliazione susseguita alla stazione dei carabinieri,  dove ti hanno apostrofato  come ubriaco.

Non ti crucciare, no, non lo sento più il forte bruciore per quel calcio che mi hai sferzato sopra al polpaccio la volta che, con caparbietà, mi sono rifiutata di andare ad acquistare le sigarette a credito. Non mi ha lasciato nessun segno indelebile sull'arto e neppure nell'anima.  Gamba destra o gamba sinistra? Che importa papà? Se fosse possibile far tornare indietro il tempo e servisse a farti evitare l'amputazione della tua ammalata, la metterei  nuovamente a disposizione della tua collera.  Papà:  ho perdonato e dimenticato da un pezzo.

Nulla, papà, non esiste nulla, nessun gesto, nessuna parola, nessuna umiliazione  inflitta a me personalmente, per la quale io abbia serbato rancore. Tutto passato, Tutto pareggiato.

Ma per il dolore, gli occhi abbassati e umiliati di mia madre e dei miei fratelli, per le angherie inflitte loro - che io amavo; che io amo -  no, papà, non chiedere a me il perdono. Credevi di risparmiarmi, perché ero più piccola, invece facendo soffrire loro e non me,   mi hai  caricata  di un dolore così grande, moltiplicato, ingigantito, per il quale io posso solo chiedere al Padreterno di perdonarti, perché  da sola, ancora non ne sono capace.

Chiedo Te ne riconosca merito, se è stato quell'enorme groviglio di dolore a rendermi sensibile verso la sofferenza del prossimo, verso la tristezza umana. Amen.

Briciola