Note sulla Riforma dei Cicli 

 Con il riordino dei cicli (presentato al Consiglio dei ministri il 3.11.00) il sistema scolastico abbandona alcuni termini come scuola materna, elementare e media. Adesso di parlerà di: 

Questa "nuova scuola" sarà attuata a partire dall'anno scolastico 2001/2002.


Torna all'inizio del documento La scuola dell'infanzia, dura tre anni: dai tre ai sei anni. Concorre alla educazione e allo sviluppo affettivo, cognitivo e sociale dei bambini e delle bambine di età compresa tra i tre e i sei anni, promuovendone le potenzialità di autonomia, creatività, apprendimento e operando per assicurare una effettiva eguaglianza delle opportunità educative nel rispetto dell'orientamento educativo dei genitori, concorre alla formazione integrale dei bambini e delle bambine.

La Repubblica assicura la generalizzazione dell'offerta formativa della scuola dell'infanzia e garantisce a tutti i bambini e le bambine, in età compresa tra i tre e i sei anni, la possibilità di frequentare la scuola dell'infanzia la quale realizza i necessari collegamenti da un lato con il complesso dei servizi all'infanzia, dall'altro con la scuola di base.


Torna all'inizio del documentoA sei anni inizia l'obbligo scolastico con la scuola di base.

La scuola di base ha la durata di sette anni ed è caratterizzata da un percorso educativo unitario e articolato in rapporto alle esigenze di sviluppo degli alunni; si raccorda da un lato alla scuola dell'infanzia e dall'altro alla scuola secondaria. Si dovrebbe dividere in tre sottocicli: il primo, della durata di due anni dovrebbe essere affidato agli attuali maestri delle scuole elementari. Il secondo dovrebbe essere affidato contemporaneamente ad insegnanti della scuola elementare e ad insegnanti dell'attuale scuola media. L'ultima fase della scuola di base dovrebbe essere affidata esclusivamente agli attuali docenti della scuola media.

La scuola di base, attraverso un progressivo sviluppo del curricolo mediante il graduale passaggio dagli ambiti disciplinari alle singole discipline, persegue le seguenti finalità:

a) acquisizione e sviluppo delle conoscenze e delle abilità di base;
b) apprendimento di nuovi mezzi espressivi;
c) potenziamento delle capacità relazionali e di orientamento nello spazio e nel tempo;
d) educazione ai princìpi fondamentali della convivenza civile;
e) consolidamento dei saperi di base, anche in relazione alla evoluzione sociale, culturale e scientifica della realtà contemporanea;
f) sviluppo delle competenze e delle capacità di scelta individuali atte a consentire scelte fondate sulla pari dignità delle opzioni culturali successive.

Questa ciclo di base si conclude con un esame di Stato dal quale deve emergere anche una indicazione orientativa non vincolante per la successiva scelta dell'area e dell'indirizzo.


Torna all'inizio del documentoAlle scuola di base segue la scuola secondaria: si articola in cinque grandi aree: aree umanistica, scientifica, tecnica, artistica e musicale. 

La finalità della scuola secondaria è quella di consolidare, riorganizzare ed accrescere le capacità e le competenze acquisite nel ciclo primario, di sostenere e incoraggiare le attitudini e le vocazioni degli studenti, di arricchire la formazione culturale, umana e civile degli studenti, sostenendoli nella progressiva assunzione di responsabilità e di offrire loro conoscenze e capacità adeguate all'accesso all'istruzione superiore universitaria e non universitaria ovvero all'inserimento nel mondo del lavoro. La scuola secondaria si realizza negli attuali istituti di istruzione secondaria di secondo grado che assumono la denominazione di "licei".

La scuola secondaria comprende in due fasi: un primo biennio e poi un triennio. Il biennio fa parte dell'obbligo scolastico: infatti l'obbligo scolastico termina al quindicesimo anno di età, ossia alla fine del biennio della scuola secondaria. 

Nei primi due anni, fatte salve la caratterizzazione specifica dell'indirizzo e l'obbligo di un rigoroso svolgimento del relativo curricolo, è garantita la possibilità di passare da un modulo all'altro anche di aree e di indirizzi diversi, mediante l'attivazione di apposite iniziative didattiche e finalizzate all'acquisizione di una preparazione adeguata alla nuova scelta.

Nel corso del secondo anno, se richiesto dai genitori e previsto nei piani dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche, sono realizzate attività complementari e iniziative formative per collegare gli apprendimenti curricolari con le diverse realtà sociali, culturali, produttive e professionali. Tali attività si attuano anche in convenzione con altri istituti, enti e centri di formazione professionale accreditati dalle regioni, sulla base di un accordo quadro tra il Ministero della pubblica istruzione, il Ministero del lavoro e della previdenza sociale

Dopo il biennio c'è un triennio; qui si ha la facoltà di scelta tra quattro aree o un uguale periodo di formazione professionale ed apprendistato. A diciotto anni (ossia alla fine della scuola secondaria) finisce l'obbligo di frequenza. Si potrà passare da un'area all'altra senza alcuna penalizzazione.

Negli ultimi tre anni, ferme restando le discipline obbligatorie, esercitazioni pratiche, esperienze formative e stages possono essere realizzati in Italia o all'estero anche con brevi periodi di inserimento nelle realtà culturali, produttive, professionali e dei servizi. Verranno inoltre promossi tutti gli opportuni collegamenti con il sistema dell' istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) e con l'università.

La frequenza positiva di qualsiasi segmento della scuola secondaria, annuale o modulare, comporta l'acquisizione di un credito formativo che può essere fatto valere, anche ai fini della ripresa degli studi eventualmente interrotti, nel passaggio da un'area o da un indirizzo di studi all'altro o nel passaggio alla formazione professionale. Analogamente, la frequenza positiva di segmenti della formazione professionale comporta l'acquisizione di crediti che possono essere fatti valere per l'accesso al sistema dell'istruzione.

Al termine della scuola secondaria, gli studenti sostengono l'esame di Stato di cui alla legge 10 dicembre 1997, n. 425.


Questi nuovi cicli scolastici dovrebbero partire con l'anno scolastico 2001/2002 e riguarderà i bambini che in quell'anno scolastico si iscriveranno alla prima classe della scuola di base (cioè per usare l'attuale terminologia, quelli che l'anno prossimo termineranno la scuola materna e si iscriveranno alla prima elementare).

I programmi delle scuole saranno riscritti, anche per evitare che, come succedere adesso, si ripetano gli stessi argomenti sia alle elementari che alle medie. Per esempio la storia romana verrà studiata una sola volta nella scuola di base e non due volte come accade adesso che la si studia in terza elementare e poi la si riprende in prima media... e poi ancora una volta alla scuola superiore!

I docenti non dovrebbero subire grosse variazioni. Secondo il ministro De Mauro non ci sarà una perdita di posti, ma anzi è previsto un aumento di docenti. Secondi diversi sindacati questo è vero solo per l'avvio della riforma, ma a lungo andare dovrebbe esserci una diminuzione molto sostanziosa del numero di docenti.

Problemi che sembrano irrisolti sono comunque moltissimi: il primo riguarda proprio la coesistenza di "maestri" e di "professori" nella futura scuola di base. Altro problema è la diversità di orario-cattedra e di stipendio dei "maestri" e dei "professori": occorrerà uniformare orario di lavoro e stipendio di entrambi.

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