FERNANDO SPANO
da: Pasquale Cirillo 14 giugno 2001
…E’ sorprendente accorgersi, che in questa
provincia in cui faticano ad approdare i risultati delle avanguardie artistiche
più dinamiche, operi un giovane artista che sviluppa la sua ricerca su temi e
strutturazioni estetiche e soluzioni tecniche, di particolare interesse per la
crescita di questo specifico settore. Fernando Spano, ci conduce
nell’esplorazione dell’arte, egli equalizza, in definitiva, il concetto di
opera, l’integrazione che adotta, tra soggetto e ciò che ha rappresentato o
rappresenta, gli consente di amalgamare nelle sue creazioni la raffigurazione
oggettiva, realistica dell’elemento materiale e il concetto che gli è
relazionato. Scopriamo i vari Pollock, i Beuys, le Modelle che declamano la loro
specifica arte, il loro modo d’essere, esponendo la reale valenza che esercitano sul
fruitore e sul mondo in genere.
Il dialogo è presto instaurato e le opere sono
ricche di riferimenti sempre inediti, forniscono il percorso interpretativo ed
espongono l’estetica più “scientifica”.
I caratteri estetici nelle sue opere, possono esser
interpretati a favore della possibile biforcazione dell’estetica contemporanea
dalla restante storia dell’estetica, come “scienza filosofica assestante”,
in cui non appare una parte della filosofia, ma una realtà particolare
dell’arte. Questo approccio impone, affinché l’estetica rimanga scienza
filosofica e non si tramuti in empirica, che l’arte sia e non sia elemento.
Elemento, per differenziarsi dalle altre speculazioni spirituali, non elemento
in quanto valore universale e quindi non soggetto a restrizioni empiriche.
Le opere riducono il divario tra filosofia e scienze
empiriche, delineano l’estetica come “scienza
filosofica”, il riferimento è da ricondurre alle speculazioni crociane
dei concetti puri, che orientano la
chiave di lettura di Spano.
Ecco giustificata la presenza, sulle tele, dei grandi
artisti e della loro arte, delle modelle e delle loro pose, di ciò che suscita
la memoria e la
memoria, non una copia, non un remake ma la coabitazione dell’elemento
empirico (l’azione materiale) e la
spiritualità (espressione estetica).
L’indagine intrapresa da Spano, produce opere che con la ricchezza espressiva e i materiali adoperati e la pregevole tecnica, impongono al soggetto rappresentato il superamento del tempo, lo stratificarsi della memoria simboleggiata da sovrapposizioni di resine trasparenti ed il recupero sia della rappresentazione grafica, sia della contenutistica, quasi a liberare il risultato artistico dai parametri cui può esser riferito. Il risultato coinvolge il visitatore riassumendogli ogni istante precedente a quello rappresentato e ne giustifica l’esistenza e catalizza l’attenzione verso il particolare, verso l’istante purificato e assoluto di ogni fotogramma, che nasconde quello precedente, ma dal quale non può prescinderne…