STORIE DEL PALAZZO

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a cura di: Veglieonline, 30 maggio 2004 * "Eventi"

 

 "STORIE DEL PALAZZO"

E´ successo, ma non doveva succedere, eppure per un involontario errore è successo: è stato inserito un file di una delle bozze di prova al posto di quello definitivo. Ne sono nate delle imprecisioni non volute..
Porgiamo le nostre scuse a coloro che, senza volerlo sono state inseriti in questa storia un po' confusa.
I fatti raccontati , comunque , li riporteremo, con maggiore chiarezza, qui di seguito.
Non è nelle nostre intenzioni mettere sotto accusa nessuno se non le evidenti aberrazioni di un sistema, che, sebbene finanziato totalmente da noi contribuenti, a volte genera delle situazioni che danneggino lo stesso finanziatore, non sappiamo con quanta casualità o intenzionalità, ma di certo è che chi paga è malservito. Ai giudici il compito di giudicare, non certamente a noi.
Se un funzionario di un ente, retribuito legittimamente con i contribuiti (tasse) dei cittadini, per motivi che non possiamo noi individuare, ha un rapporto di non totale e libera collaborazione con un'altra figura, quella del sindaco pro tempore, anche lui retribuito totalmente dalla comunità, mi chiedo quale sarà il livello di efficienza di quella macchina burocratico-amministrativa che dovrebbe operare per il bene assoluto della comunità.
Sono questi attriti, queste incomprensione, per definirle con un spudorato eufemismo, che preoccupano noi amministrati e finanziatori dall'apparato preposto ad hoc dalle leggi del nostro ordinamento giuridico repubblicano.
Detto ciò vedremo di raccontare questa storiella in cui potrebbe esserci qualche formale imprecisione, ma i contenuti, quelli, sono veri.


Subito dopo le votazioni comunali dell'aprile 2000, il 24 aprile, il sindaco uscente, trova nella buca delle lettere due certificati attestanti l'inizio di un'attività da parte di un cittadino vegliese, (uno datato 27 settembre 1999 e l'altro 9 ottobre 1999) a firma apparente del Sindaco uscente. Vi era il suo nome dattiloscritto, quale firmatario, ma la firma non era sua. Anzi riconobbe in una delle due, quella di un funzionario del Comune, che ben conosceva.

Preoccupato per il messaggio anonimo che il fatto poteva contenere, l'ex sindaco denuncia il tutto alla Procura della Repubblica, per tutelare il proprio operato e perché non conosceva il motivo della segnalazione.

La Procura, nel dicembre del 2000, interroga il Funzionario firmatario dei certificati, il quale ammette di essere stato lui ad apporre la firma su quei certificati e presenta, poi, un attestato a firma del Segretario Generale del Comune da cui si evince che, in quanto Responsabile del Settore poteva firmare quei certificati. Il GIP, sulla base di questa attestazione, emette giudizio di assoluzione.

Il Funzionario, giustamente, prima chiede il rimborso delle spese legali da lui sostenute, che il Comune liquida per €. 6.000,00 circa, poi si affretta a querelare per calunnia l´ex sindaco, in quanto aveva segnalato un fatto a suo danno, pur sapendo che era autorizzato a porre la firma sui certificati. Il Pubblico Ministero respinge la querela contro l´ex sindaco e chiede l´archiviazione.
Viene posta opposizione all'archiviazione, e l'ex sindaco viene nuovamente convocato, il 31 ottobre 2003, dal GIP che, tuttavia, dopo l'udienza decide per l'archiviazione del caso e ha fatto, tra l'altro, rilevare che, come si deduce da un attestato rilasciato dallo stesso Segretario Generale, il Funzionario non poteva firmare quei certificati in quanto il responsabile del Settore, alla data della firma, non era lui ma un altro.

A questo punto, l'ex sindaco, ha ritenuto giusto porre interpellanza per riaprire il caso affinché giustizia sia fatta e vengano restituite le somme versate dal Comune per spese legali.

Questi i fatti a tutt'oggi e questo è il modo in cui vengono sprecate energie da parte di chi dovrebbe occuparsi solo ed esclusivamente di migliorare la vita della nostra comunità, perché per quello viene retribuito e non per altro.

Veglieonline