Veglie: 6 gennaio 1951

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a cura di : Nicola Gennachi, 04 gennaio 2002 * "Eventi"

Veglie: diecimila abitanti, un'aria da paese greco; la corriera deve fermarsi e aspettare un passaggio di capre, poi di donne vestite di nero che escono dalla chiesa portandosi appresso la sedia di casa. Le ragazze sono vestite di flanellina rosa, con le calze di lana nera fatte a mano. Sulla piazza sono riuniti gli uomini in capannelli. Per un comizio che vi hanno tenuto ieri sera, il Prefetto ha ordinato la chiusura per quindici giorni del cinema Trento e Trieste. E’ il mattino dell'Epifania: a molti di questi uomini le feste hanno portato quest'anno la perdita del loro unico bene: la bicicletta.

«È la cosa più atroce che si poteva fare a un figlio, di mamma! » ho sentito dire da più d'uno che avrebbe preferito perdere un figlio. Un figlio lo si sostituisce fin troppo presto, ma la bicicletta distrutta significherà migliaia di chilometri a piedi e notti passate nella nuda  campagna anche d’inverno.

.....Veglie: un caffè doppio e alle otto di sera nè un mezzo per tornare nè un albergo.

  Da "L'aeroplano fa la guerra ai contadini" di  Vittorio Bodini.

("...se quella è la torre del Cardo, è di là che fece la sua comparsa l'aeroplano che coadiuvò le forze di polizia nell'attacco del primo gennaio contro i contadini...")

Questa è la descrizione che il Bodini  fa di Veglie, arrivando da Salice. Il 6 gennaio del 1951 da Lecce raggiunge con "..un trenino di tre vagoni, coi balconcini dietro, come nei western dei pionieri" la stazione di Salice-Veglie proseguendo, poi per Veglie e quindi per l'Arneo dove cerca di documentare quanto avveniva; qui la Polizia, alcuni giorni prima,  aveva picchiato e arrestato un nutrito numero di contadini e "...poi  un fumo si alzò, ed erano le baracche, le robe e le biciclette dei contadini che i carabinieri facevano bruciare".