Dibattito pubblico sul "progetto canalone"

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da: Veglieonline.it, 19 aprile 2002 * "Eventi"

 

Ieri,  presso la sala consiliare del comune, si è svolta un'assemblea, promossa dalla Consulta per l'Agricoltura, Artigianato, Commercio e Industria, tra cittadini e Amministrazione Comunale per discutere del problema "progetto canalone" (già esistente).

All'incontro sono stati presenti il sindaco, diversi assessori: Catamo, Albano, Cascione, Maggiore; l'ingegnere-capo del progetto, Gigli, e diversi ingegneri dello staff, l'ingegnere comunale Antonio Greco.

Il clima è sembrato teso fin dalle prime battute.

I punti salienti dell'incontro, a nostro avviso, sono stati soprattutto tre:

1. la necessità - da parte dell'amministrazione - di non veder delegittimato un progetto studiato a favore della cittadinanza, volto a proteggere la cittadinanza dal rischio di alluvioni dato che un preciso decreto ha classificato Veglie un paese a forte rischio idrogeologico. Sindaco e tecnici hanno tentato di spiegare che quel progetto, realizzato in venti giorni (da come si è potuto capire), è ciò che di meglio si poteva ottenere per la nostra cittadina. 

2. la necessità dei contadini di essere sentiti, di far sentire la loro esperienza, la loro conoscenza del terreno sul quale hanno speso una vita. La loro legittima speranza di non essere espropriati di un bene che ha il suo valore soggettivo ed oggettivo, anche per l'economia della cittadinanza tutta. La necessità di far sentire la loro rabbia per ciò che non sempre è stato fatto dalla varie amministrazioni per garantire le condizioni perché un alluvione non portasse le catastrofiche conseguenze che quello del '96 ha portato.

3. la volontà della cittadinanza a non volersi sentire degli stupidi (questo è emerso già dal primo intervento del dott. Gennachi), ma a voler chiarezza su diversi argomenti. Si è cercato di far capire che la cittadinanza non è contro una soluzione al problema "alluvioni" ma che desidera un progetto più "sostenibile" per la propria cittadina. Un progetto che tenga conto non solo della protezione dal rischio di alluvioni, ma anche dell'esistente, della salvaguardia di ciò che già esiste, di un impatto sostenibile con l'ambiente; di un progetto globale che non diventi la solita "cattedrale nel deserto" ma qualcosa di utile e di efficiente, sia nella situazione presente sia in quella futura. La volontà ad avere tutte le garanzie dal progetto che non deve passare solo perché si alza il tono della voce,  le garanzie di una reale efficacia, di un reale completamento dell'intera opera e di una reale realizzazione di tutto ciò che si potrebbe e dovrebbe fare (ma ora solo previsto) per un ottimale riutilizzo delle eventuali acque conservate nel bacino.

Veglieonline (C.P.)