CITTA' VIVA - Febbraio 2003

LA STORIA DELLA FERRARI NEL MEZZOGIORNO

Entrare nella sede del Ferrari Club Veglie è come entrare in una galleria d' arte dove tutto, i quadri, gli adesivi, le coppe, le targhette, le fotografie, i ritagli di giornali, raccontano 26 anni di passione per il made in Italy più famoso nel mondo. 

Era il 17 aprile 1976 quando giunse per Veglie il riconoscimento ufficiale dalla casa di Maranello di quell'idea nata una sera, 6 anni prima, in un bar del paese da un gruppo di appassionati (Salvatore Ingrosso, Oreste D'Amato, Santo Ingrosso, Cosimo Dell'Anna, Cosimo Stifanelli, Giuseppe Buccarella). Da allora tanti sono stati i raduni (tra cui quello del '94 premiato come migliore dell'anno a livello internazionale) tante le trasferte, tante le bottiglie di champagne stappate per brindare a quella che da sempre è considerata la massima espressione della perfezione automobilistica.

Non tutti i vegliesi sanno poi che quella piazza di 200 metri quadri, che ogni sabato ospita il mercato settimanale, vanta un primato mondiale: è la prima ad essere stata intitolata (il 3 marzo 1989) su
proposta del Ferrari Club, a Enzo Ferrari.

Quello di Veglie è il più antico Ferrari Club dell'intera area meridionale. Il suo segreto risiede nel considerare la Ferrari quasi una cultura.
Il presidente, Salvatore Ingrosso, "storico" della Ferrari e istruttore di corsi per la sicurezza stradale, così spiega: "La Ferrari non è solo corsa; è lavoro qualificato, è precisione, è tecnica. La Ferrari racconta l'intelligenza, l'arte, il genio italiano".

E a quanti fossero ancora increduli, sorridendo ricorderebbe: "La Ferrari in Italia viene prima degli spaghetti, della pizza e anche di Sofia Loren".

Maria Pia Rizzo

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