1755 contro il "canalone"

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da: Gazzetta del Mezzogiorno, 18 maggio 2002 * "Gazzetta"

 

Una petizione popolare promossa dal Comitato per la difesa del territorio
Raccolte 1755 firme contro il «canalone»
«Questo progetto è dannoso e non risolverà il problema degli allagamenti»


VEGLIE - Il Comitato «per la difesa del territorio» ha raccolto 1755 firme contro il «canalone». La protesta per impedire la realizzazione dell'opera, dunque, continua. L'altro giorno una delegazione di cittadini ha presentato al Comune una petizione «di iniziativa popolare» con la quale viene ribadita ferma opposizione al progetto. Quest'ultimo, già parzialmente finanziato dalla Regione Puglia per un importo di 1.720.317 euro, prevede la costruzione di un canale lungo sei chilometri e profondo fino a sei metri. Secondo l'intenzione dell'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Carlà, il canalone dovrebbe servire per proteggere il centro abitato dal rischio di allagamenti. 
Francesco Mattia e Maria Grazia De Tommasi, del comitato contro il canalone, affermano che «dopo numerosi incontri, anche con tecnici, per lo studio e l'approfondimento del progetto, il Comitato è pervenuto alla conclusione che esso, così come è stato redatto, non risolve il problema degli allagamenti. L'opera, inoltre, è dannosa perché stravolge il territorio comunale». 
Secondo i rappresentanti del Comitato, «il numero tanto alto di partecipanti alla raccolta delle firme, avviata appena un mese fa, indica la sensibilità e la preoccupazione di quasi tutti i vegliesi». 
«E' la prima volta - aggiungono Mattia e De Tommasi - che a Veglie una libera associazione di cittadini utilizza lo strumento della petizione popolare previsto dallo Statuto comunale. Le petizioni presentate direttamente dai cittadini, peraltro, devono recare la firma di almeno duecento elettori. Il Comitato, invece, ne ha raccolte 1755». 
«All'iniziativa - concludono - hanno aderito cittadini di ogni appartenenza politica. Adesso si auspica che gli amministratori sappiano valorizzare una partecipazione così ampia e diano ascolto ad una volontà popolare chiara. Essi devono saper trovare soluzioni più efficaci e rispettose dell'ambiente per un problema che nessuno nega».
Rosario Faggiano