LE DONNE IN GIUNTA
LO DICE IL TAR
Gazzetta * 7 luglio 2005 * (gazzetta-politica)* Caratteri grandi-medi-normali * Accessibilità
Veglie Accolti i ricorsi. Il Tribunale
amministrativo di Lecce ha introdotto, di fatto, una «rivoluzione» nella
composizione dell'esecutivo comunale
«Le donne in Giunta», lo di dice il Tar
Una decisione a cui tutte le amministrazioni, loro malgrado, dovranno adeguarsi
Veglie. Il Tar di Lecce ha rivoluzionato le
«architetture» delle Giunte. I giudici, infatti, hanno stabilito che negli
esecutivi i sindaci debbano necessariamente tenere conto delle donne. Insomma,
la legge sulle Pari opportunità ora è operativa; una realtà di cui non si potrà
non tenere conto. Una battaglia vinta anche dal comitato di donne che si era
costituito spontaneamente e che proprio nei giorni scorsi aveva depositato una
petizione con oltre 400 firme in cui chiedeva al primo cittadino una presenza
femminile nell' amministrazione comunale. Due i ricorsi presentati al Tribunale
amministrativo. Uno, attraverso gli avvocati Sandro Matino e Barbara Taurino,
reca la firme di sette consiglieri di opposizione (tre del centrosinistra e
quattro del centrodestra). L' altro è quello del consigliere di maggioranza
Stefania Capoccia, assistita dall' avvocato Antonio Malerba. Entrambi chiedevano
ai giudici amministrativi di annullare il decreto con il quale il sindaco
Fernando Fai aveva nominato la Giunta non tenendo conto dello Statuto comunale e
della legge sulle Pari Opportunità. Su questo specifico problema c'era un solo
precedente, datato 1997, e relativo al Comune di Ruffano. In quell'occasione il
consigliere Maria Rosaria Orlando, assistita dall'attuale Presidente della
Provincia, Giovanni Pellegrino, aveva impugnato la decisione dell'allora
sindaco, assistito dall'avvocato Ernesto Sticchi Damiani, proprio perchè non
aveva inserito una donna in Giunta. In quell'occasione vinse il primo cittadino,
anche se l'amministrazione, comunque, non andò a buon fine e si sciolse
anticipatamente. Ora il Tar di Lecce ha completamente ribaltato quell'orientamento
sancendo un principio che certamente non mancherà di avere strascichi in tutti
le amministrazioni dove non si è tenuto conto delle donne. Ma questa decisione,
a Veglie, è destinata ad alimentare le polemiche. Se Stefania Capoccia, pur
contenta della decisione dei giudici amministrativi, si dice «rammaricata per
essere stata costretta a ricorrere al Tar per vedere riconosciuto il diritto di
circa 6500 elettrici di essere rappresentate in Giunta», dall'altra parte
l'opposizione tiene a ricordare e a rivendicare la paternità della battaglia.
«Noi - dice Antonio Greco abbiamo sollevato questo problema già nel Consiglio
del 20 aprile scorso. La stessa Capoccia si era detta contraria e aveva proposto
addirittura di modificare lo statuto. Abbiamo sempre sollecirato Fai a nominare
una donna in Giunta lasciandolo libero di decidere. Siamo contenti che alla fine
anche il consigliere Capoccia abbia compreso il senso della nostra battaglia. Ci
interessa - conclude Greco - che sia stato ribadito che una democrazia non può
vivere senza una parte maggioritaria dell'elettorato». Ora per Fai si pone un
problema di non poco conto. Il Tar, infatti, gli ha concesso 45 giorni per
rimodulare la Giunta e nominare una donna nell'esecutivo comunale. Per fare
questo dovrà necessariamente mettere fuori uno dei suoi attuali assessori. Ciò
potrebbe portare a degli scompensi nell'attuale coalizione con conseguenze sulla
sua tenuta.
Maurizio Rampino