Ieri
mattina la sentenza del processo-bis contro gli autori della rapina ai due
furgoni portavalori costata la vita ai vigilantes della Velialpol
Ancora tre
ergastoli per la strage
Provvisionale di un milione di euro.
L'Accusa: «Monito destinato a chi non collabora»
«Ergastolo». Sono le 10.30 quando la voce del presidente
della Corte d'Assise riecheggia in un'aula bunker semideserta. Il giudice
Giacomo Conte legge il dispositivo della sentenza per il processo bis
contro gli autori della strage della Grottella. Tre giorni e mezzo è
durata la camera di consiglio. Giudici e giuria popolare hanno ritenuto
colpevoli il sardo Marcello Ladu, Pasquale Tanisi, 40 anni, di Ruffano e
Antonio Tarantini, di 29, di Monteroni. Solo Ladu e Tarantini sono
presenti in aula. Sono nella prima gabbia alla sinistra del presidente:
ascoltano la lettura del dispositivo senza batter ciglio, appoggiati alle
sbarre della cella, con braccia che si spingono fuori dalle grate, e con
le mani strette.
«Ergastolo con isolamento diurno per nove mesi» precisa il presidente
Conte. «Interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, nonchè decaduti dalla
potestà dei genitori».
Il carcere a vita lo stanno già scontando gli altri due presunti
componenti del commando autore della strage. Si tratta dei due cognati
sardi Pierluigi Congiu e Gianluigi De Pau. I due furono arrestati poche
ore dopo la tragica rapina. L'Appello per i due sardi è fissato per
domani.
Il processo bis è nato dalle dichiarazioni di Vito Di Emidio, che dopo
l'arresto ha smesso i panni del capo sanguinario, organizzatore di
scorribande in tutto il Salento, per vestire quelle di collaboratore di
giustizia. Così si è fatta piena luce sulla strage e su altri episodi
commessi dalla sua banda. Lui, giudicato con rito abbreviato, se l'è
cavata con una condanna a 18 anni.
Alla fine ci sono state cinque condanne all'ergastolo per quanto avvenne
quella mattina del 6 dicembre del '99, quando ci fu l'assalto ai due
portavalori della Velialpol; tre guardie giurate (Luigi Pulli, Rodolfo
Patera e Raffaele Arnesano) rimasero uccise; altre tre (Giuseppe Quarta,
Flavio Matino e Giovanni Palma) ferite. Lo stesso commando è stato
ritenuto responsabile dell'assalto compiuto un mese prima, il 2 novembre,
ad un altro furgone blindato della Velialpol. Fra i reati commessi c'è
anche la rapina alla gioielleria Valzano di San Pietro Vernotico, compiuta
il 26 novembre del '99.
Le parti civili (vedove, figli, superstiti), assistite dagli avvocati
Gaetano Gorgoni ed Ennio Cioffi, saranno risarcite. La Corte ha stabilito
provvisionali per un milione di euro. Soddisfatta l'accusa, in aula con il
pm Patrizia Ciccarese: «Si è soddisfatti per quanto lo si possa essere
davanti ad episodi del genere. L'Accusa si augura che questa sentenza sia
di monito per quanti non hanno deciso di collaborare con la giustizia». |