cANALONE, IL TAR DICE "NO"

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da: Gazzetta del Mezzogiorno, 31 dicembre 2003 * "Gazzetta"

 

Una tegola sull'amministrazione di centrodestra a proposito del progetto sul rischio idrogeologico
«Canalone», il Tar dice «no»
Nel progetto manca la valutazione di impatto ambientale

 

VEGLIE. La prima sezione del Tar di Lecce ha accolto, nei giorni scorsi, due ricorsi contro il «Canalone». La «Valutazione di impatto ambientale», assente nel progetto di «Rimozione dello stato di rischio idrogeologico del territorio comunale», è stata ritenuta essenziale per la legittimità degli atti adottati dal Comune. La sua assenza, perciò, ha spinto il Tar ad annullare i provvedimenti approvati dall'Amministrazione condannando il Comune al pagamento delle spese sostenute dalle controparti per il procedimento giudiziario. I due distinti ricorsi, unificati perché riguardanti il medesimo argomento, sono stati presentati dai proprietari di due aziende agricole interessate dall'esproprio di terreni e dal Circolo Legambiente di Gallipoli assieme al «Comitato contro il Canalone» di Veglie.
Il nuovo risvolto riguarda una tormentata vicenda iniziata nel 2001, quando il Comune presentò alla Regione Puglia un progetto, nell'ambito dei Por 2000/2006, per fronteggiare il rischio di allagamenti del territorio. Questo progetto prevedeva, fra l'altro, la costruzione di un «canalone», praticamente lungo tutto il tragitto esterno della circonvallazione, quasi una come «trincea» contro eccezionali acque piovane. Fin dall'inizio, l'opera è stata contrastata dall'opposizione consiliare e da un Comitato locale, promotore di una petizione sottoscritta da 1755 cittadini. Il Comune ottenne, per il finanziamento del primo lotto del progetto, un contributo di circa un milione e 700mila euro (somma successivamente revocata dalla Regione per ritardata presentazione, entro l'ultima proroga concessa, del progetto esecutivo).
«Dopo la notifica di finanziamento del primo lotto - afferma il consigliere comunale Antonio Greco, a nome del gruppo di opposizione "Insieme per Veglie" - il progetto è stato approvato, poi spostato, rifatto, riapprovato da una maggioranza di nove consiglieri, messo al bando, sospeso, nuovamente rifatto, riapprovato in fretta, nel mentre giungeva la revoca del finanziamento da parte della Regione Puglia per "ritardi incolmabili". In questo groviglio amministrativo - continua il consigliere - in cui la maggioranza si è attorcigliata da sola, la minoranza e il Comitato contro il canalone hanno sempre sostenuto che non bisognava perdere i finanziamenti, che il problema degli allagamenti non andava sottovalutato e che la soluzione adottata dall'Amministrazione guidata dal sindaco Roberto Carlà era incompleta, inutile e, perciò, dannosa per il territorio. La maggioranza, però, non ha voluto sentir ragioni, né mai ha cercato un confronto serio sulle altre soluzioni prospettate. Ora - conclude Antonio Greco - con questa sentenza del Tribunale Amministrativo di Lecce, dopo quasi tre anni, l'Amministrazione vanta i seguenti risultati: ha perso cinque milioni di euro, di cui un milione e 700mila già concessi e poi revocati dalla Regione Puglia; si accolla spese per le parcelle ai progettisti e spese legali; ha vanificato numerosi consigli comunali e giunte sull'argomento; ha ignorato le proposte dei cittadini e della minoranza rifiutando qualsiasi confronto; ha perso tanto tempo senza affrontare seriamente il problema».