Una tegola
sull'amministrazione di centrodestra a proposito del progetto sul rischio
idrogeologico
«Canalone», il Tar dice «no»
Nel
progetto manca la valutazione di impatto ambientale
VEGLIE. La
prima sezione del Tar di Lecce ha accolto, nei giorni scorsi, due ricorsi
contro il «Canalone». La «Valutazione di impatto ambientale», assente nel
progetto di «Rimozione dello stato di rischio idrogeologico del territorio
comunale», è stata ritenuta essenziale per la legittimità degli atti
adottati dal Comune. La sua assenza, perciò, ha spinto il Tar ad annullare
i provvedimenti approvati dall'Amministrazione condannando il Comune al
pagamento delle spese sostenute dalle controparti per il procedimento
giudiziario. I due distinti ricorsi, unificati perché riguardanti il
medesimo argomento, sono stati presentati dai proprietari di due aziende
agricole interessate dall'esproprio di terreni e dal Circolo Legambiente
di Gallipoli assieme al «Comitato contro il Canalone» di Veglie.
Il nuovo risvolto riguarda una tormentata vicenda iniziata nel 2001,
quando il Comune presentò alla Regione Puglia un progetto, nell'ambito dei
Por 2000/2006, per fronteggiare il rischio di allagamenti del territorio.
Questo progetto prevedeva, fra l'altro, la costruzione di un «canalone»,
praticamente lungo tutto il tragitto esterno della circonvallazione, quasi
una come «trincea» contro eccezionali acque piovane. Fin dall'inizio,
l'opera è stata contrastata dall'opposizione consiliare e da un Comitato
locale, promotore di una petizione sottoscritta da 1755 cittadini. Il
Comune ottenne, per il finanziamento del primo lotto del progetto, un
contributo di circa un milione e 700mila euro (somma successivamente
revocata dalla Regione per ritardata presentazione, entro l'ultima proroga
concessa, del progetto esecutivo).
«Dopo la notifica di finanziamento del primo lotto - afferma il
consigliere comunale Antonio Greco, a nome del gruppo di opposizione
"Insieme per Veglie" - il progetto è stato approvato, poi spostato,
rifatto, riapprovato da una maggioranza di nove consiglieri, messo al
bando, sospeso, nuovamente rifatto, riapprovato in fretta, nel mentre
giungeva la revoca del finanziamento da parte della Regione Puglia per
"ritardi incolmabili". In questo groviglio amministrativo - continua il
consigliere - in cui la maggioranza si è attorcigliata da sola, la
minoranza e il Comitato contro il canalone hanno sempre sostenuto che non
bisognava perdere i finanziamenti, che il problema degli allagamenti non
andava sottovalutato e che la soluzione adottata dall'Amministrazione
guidata dal sindaco Roberto Carlà era incompleta, inutile e, perciò,
dannosa per il territorio. La maggioranza, però, non ha voluto sentir
ragioni, né mai ha cercato un confronto serio sulle altre soluzioni
prospettate. Ora - conclude Antonio Greco - con questa sentenza del
Tribunale Amministrativo di Lecce, dopo quasi tre anni, l'Amministrazione
vanta i seguenti risultati: ha perso cinque milioni di euro, di cui un
milione e 700mila già concessi e poi revocati dalla Regione Puglia; si
accolla spese per le parcelle ai progettisti e spese legali; ha vanificato
numerosi consigli comunali e giunte sull'argomento; ha ignorato le
proposte dei cittadini e della minoranza rifiutando qualsiasi confronto;
ha perso tanto tempo senza affrontare seriamente il problema».
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