VEGLIE/
Decisione del Gup
In
gita al mare con la pistola condannato
Veglie. Finisce male la gita al
mare con la pistola nella cintola dei pantaloni. La bravata è costata la
condanna ad otto mesi (pena sospesa) per Daniele Bruno, 26 anni, di
Veglie. L'amico Sandro Frassanito, di 32 anni, pure lui di Veglie, è
stato prosciolto per non aver commesso il fatto.
Il verdetto è stato emesso ieri mattina dal gup Vincenzo Scardia.
I fatti risalgono alla scorsa estate quando i due amici di Veglie sono
stati intercettati da una pattuglia dei carabinieri della stazione di
Leverano. Sulla via che porta a Porto Cesareo, in località
"Zanzara", i militari avevano organizzato un posto di blocco.
All'alt dei carabinieri i due giovani si sono fermati. E durante il
controllo è spuntata l'arma: una pistola 357 magnum a tamburo. Daniele
Bruno aveva tutte le autorizzazioni per detenere l'arma, ma in casa, sulla
scorta di una licenza. In giro, però, non avrebbe dovuto portarla. Così
i carabinieri lo hanno denunciato per porto abusivo di pistola. Nei guai,
però, è finito anche l'amico. Il sostituto procuratore Marco D'Agostino
ha chiesto il rinvio a giudizio anche per lui.
Le ragioni di Sandro Frassanito sono state illustrate dall'avvocato
Antonio Bolognese. Il giovane ha detto di non saperne nulla della pistola
e il giudice lo ha prosciolto.
Più scomoda la posizione di Daniele Bruno che, assistito dagli avvocati
Giovanni Gabellone ed Antonio Capoti, ha scelto la via del patteggiamento.
Il pubblico ministero ha espresso parere favore. E il gup - come si diceva
- lo ha condannato ad otto mesi.
|