Veglie
Trasferta
sospetta a Melissano. Arrestato un venditore ambulante, denunciati i due
amici
A spasso con la pistola
Trovati
anche un coltello e 66 carticce per fucile
VEGLIE Un
arresto e due denunce per armi, sono stati eseguiti dai carabinieri del
Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di
Casarano
diretto dal tenente
Riccardo Urciuoli, l'altra
sera a Melissano, a carico di tre uomini di
Veglie.
Le manette sono scattate ai polsi di
Salvatore Cascione,
41 anni, venditore ambulante di frutta e verdura, mentre le denunce hanno
riguardato i suoi due amici, un macellaio ed un disoccupato, che con lui
si trovavano a bordo di una Fiat Uno.
Il primo aveva addosso una pistola semiautomatica calibro 6.35, priva di
marchio e matricola, ma provvista di caricatore con dieci colpi; gli altri
due, invece, avevano rispettivamente un coltello di genere proibito con
una lama di dieci centimetri e 54 cartucce per fucile calibro 12 ed altre
dodici per un'arma dello stesso calibro.
Ma se pistola e coltello si trovavano nella stessa vettura, le cartucce
sono state invece scovate nella stessa Veglie, e più esattamente al
termine della perquisizione che gli stessi militari hanno messo a punto
nell'esercizio commerciale del macellaio.
Stando a quanto è dato di sapere, l'arresto dei tre amici non sarebbe
stato casuale. Giunti a Melissano, infatti, l'altra sera i tre erano stati
notati in un bar del centro, dove si erano intrattenuti con un paio di
individui del posto. Insospettiti per la presenza di quei forestieri, che
non avevano proprio l'aria di trovarsi lì per caso, i carabinieri di
Melissano intervenuti agli ordini del maresciallo
Salvatore Errique,
hanno voluto vederci chiaro, ma prima di intervenire, hanno atteso che i
tre salissero in macchina e si allontanassero dal paese. E così è stato.
Una volta sulla via per
Taviano, unitamente ai
colleghi della Stazione di Racale comandata dal maresciallo
Riccardo Minerba,
nel frattempo allertati, gli uomini dell'Arma hanno messo a punto un posto
di blocco, nel quale è subito incappata la Fiat Uno.
Ai militari è bastato poco per scoprire che Salvatore Cascione, sino a
l'altra sera sconosciuto alle forze dell'ordine, aveva con sé un'arma
efficiente, mentre per trovare il coltello hanno dovuto controllare a
dovere il sedile posteriore.
Il lavoro di indagine, coordinato dal comandante della Compagnia, il
capitano Giuseppe
Sportelli, ora prosegue nel tentativo di
stabilire il motivo della trasferta de tre vegliesi, uno dei quali, il
macellaio, va detto che era personaggio già noto alle stesse forze
dell'ordine. |