Sul canalone procedura regolare

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da: Gazzetta del Mezzogiorno, 26 marzo 2002 

 

Ancora polemiche attorno al temuto rischio idrogeologico
«Sul canalone procedura regolare»
«L'attuale legge impedisce l'uso delle storiche vore»


VEGLIE  Continua la polemica sul «canalone», l'opera che dovrebbe risolvere il rischio idrogeologico del territorio. Dopo le dichiarazioni del consigliere comunale di minoranza Antonio Greco, il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Lorenzo Catamo (An) ritorna nuovamente sull'argomento. Il centrosinistra, è bene ricordarlo, si oppone fermamente alla realizzazione dell'opera. La polemica degli ultimi giorni, però, oltre a riguardare i vari aspetti generali della questione, adesso tocca anche l'iter d'approvazione e di presentazione del progetto alla Regione Puglia. In particolare, secondo Catamo, l'«analisi di sostenibiltà ambientale» è contenuta nell'allegato cinque della delibera, approvata ad aprile 2001, del progetto del canalone; secondo Greco, invece, quest'allegato nella delibera non c'è.
«Il famigerato allegato cinque - ribadisce il vicesindaco - esiste agli atti e porta il timbro di protocollo «in arrivo» del 12 aprile 2001. Se il professore Antonio Greco si sentisse con i suoi collaboratori vegliesi, saprebbe che il consigliere Alessandro Aprile ha ricevuto copia del documento in data 20 marzo 2002».
«La procedura con la Regione Puglia - continua - è regolare e l'approvazione in variante del progetto è stata ritardata per avere la certezza del finanziamento».
Catamo, poi, passando all'altro aspetto dell'ultima polemica con Greco, cioè quello relativo alla possibilità di utilizzare le vore per risolvere il problema degli allagamenti, afferma di non aver «sostenuto alcuna colossale tesi sulla inesistenza delle storiche vore vegliesi».
«Prima di trarre delle conclusioni assolutamente fuori luogo - aggiunge il vicesindaco - invito il consigliere Greco a leggersi meglio il decreto legislativo 152 dell'11 maggio 1999 riguardante le disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/Cee sulle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/Cee relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole». «Personalmente - conclude Catamo - non tiro fuori nessuna "magia"; in questo caso, al contrario, ho fornito le risposte dovute con l'ausilio dell'Ufficio tecnico».
Rosario Faggiano