Ancora
polemiche attorno al temuto rischio idrogeologico
«Sul canalone procedura regolare»
«L'attuale legge impedisce l'uso delle storiche vore»
VEGLIE Continua la polemica sul «canalone», l'opera che dovrebbe
risolvere il rischio idrogeologico del territorio. Dopo le dichiarazioni
del consigliere comunale di minoranza Antonio Greco, il vicesindaco e
assessore ai lavori pubblici Lorenzo Catamo (An) ritorna nuovamente
sull'argomento. Il centrosinistra, è bene ricordarlo, si oppone
fermamente alla realizzazione dell'opera. La polemica degli ultimi
giorni, però, oltre a riguardare i vari aspetti generali della
questione, adesso tocca anche l'iter d'approvazione e di presentazione
del progetto alla Regione Puglia. In particolare, secondo Catamo, l'«analisi
di sostenibiltà ambientale» è contenuta nell'allegato cinque della
delibera, approvata ad aprile 2001, del progetto del canalone; secondo
Greco, invece, quest'allegato nella delibera non c'è.
«Il famigerato allegato cinque - ribadisce il vicesindaco - esiste agli
atti e porta il timbro di protocollo «in arrivo» del 12 aprile 2001.
Se il professore Antonio Greco si sentisse con i suoi collaboratori
vegliesi, saprebbe che il consigliere Alessandro Aprile ha ricevuto
copia del documento in data 20 marzo 2002».
«La procedura con la Regione Puglia - continua - è regolare e
l'approvazione in variante del progetto è stata ritardata per avere la
certezza del finanziamento».
Catamo, poi, passando all'altro aspetto dell'ultima polemica con Greco,
cioè quello relativo alla possibilità di utilizzare le vore per
risolvere il problema degli allagamenti, afferma di non aver «sostenuto
alcuna colossale tesi sulla inesistenza delle storiche vore vegliesi».
«Prima di trarre delle conclusioni assolutamente fuori luogo - aggiunge
il vicesindaco - invito il consigliere Greco a leggersi meglio il
decreto legislativo 152 dell'11 maggio 1999 riguardante le disposizioni
sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva
91/271/Cee sulle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/Cee
relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai
nitrati provenienti da fonti agricole». «Personalmente - conclude
Catamo - non tiro fuori nessuna "magia"; in questo caso, al
contrario, ho fornito le risposte dovute con l'ausilio dell'Ufficio
tecnico».
Rosario Faggiano
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