Il "canalone" stravolgerebbe il nostro territorio

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da: Gazzetta del Mezzogiorno, 19 marzo febbraio 2002 "Gazzetta"

 

Il consigliere regionale diessino Antonio Maniglio ha presentanto un' interrogazione 
«a risposta scritta»

«Ritirare il finanziamento: 
scaduti i termini per la presentazione del progetto esecutivo»

La questione del «canalone» è sul tavolo del Presidente del Consiglio Regionale Mario De Cristofaro. Dopo l'assemblea pubblica organizzata nei giorni scorsi da un «comitato» di cittadini che lottano contro la realizzazione dell'opera, il consigliere regionale Antonio Maniglio (Ds) ha presentato una interrogazione «a risposta scritta» alla quale dovranno fare seguito il Presidente della Giunta Raffaele Fitto e l'assessore ai lavori pubblici Felice Amodio.
Il progetto, che nelle intenzioni dovrebbe evitare il rischio di allagamenti, prevede, all'esterno del tracciato della circonvallazione, la costruzione di un canale lungo 6 chilometri, largo 6 metri e profondo da 4 a 6 metri. Maniglio sostiene che il «canalone» è privo dell'«analisi di sostenibilità ambientale, ossia della valutazione dei seguenti fattori ambientali: degrado del suolo, ambiente urbano, paesaggio e patrimonio culturale, qualità acqua; di conseguenza non è stata prodotta la valutazione di impatto ambientale, né la valutazione strategica esplicitamente richiesta dal bando».
«L'opera in questione - afferma il consigliere regionale - se realizzata, provocherebbe uno stravolgimento del territorio». Secondo Maniglio, infine, il finanziamento concesso al comune di Veglie dovrebbe, comunque, essere annullato perché sarebbero già «abbondantemente» trascorsi i termini fissati per la presentazione, alla Regione, del progetto esecutivo. Per tali ragioni l'esponente dei Ds chiede «se al comune di Veglie è stata già comunicata la revoca del finanziamento e i motivi per i quali il progetto è stato ammesso nonostante allo stesso non siano stati allegati i documenti relativi alla valutazione ambientale». Maniglio conclude chiedendo di voler valutare «anche in sede di verifica del Por, e relativamente alla misura riguardante il dissesto idrogeologico, l'opportunità di privilegiare gli interventi che non prevedono una cementificazione del territorio bensì quelli che intervengono su fattori naturali come il ripristino delle vore».
Rosario Faggiano