VEGLIE/
Il pentito Architetto
«Io
della strage non so nulla»
veglie Il pentito Andrea
Architetto è stato il protagonista dell'udienza di
ieri nel processo-bis per la strage della Grottella,
nato dopo le dichiarazioni di Vito Di Emidio, e che
vede alla sbarra Marcello Ladu, Antonio Tarantini e
Pasquale Tanisi. Il collaboratore di giustizia,
collegato in videoconferenza con l'aula della Corte
d'Assise, è comparso davanti ai giudici come imputato
di reato collegato e, quindi, alla presenza di un
difensore. E' stato interrogato perché, almeno in tre
episodi, avrebbe fatto parte della banda di Di Emidio.
«Ma non so nulla della strage di Copertino - ha
spiegato il pentito - Allora ero già a Bologna».
Architetto ha ricostruito le fasi delle rapine
compiute - a suo dire - insieme con Ladu, Tanisi e Di
Emidio («più altri due che non conoscevo»). Le
rapine sono quelle messe a segno a Gallipoli (in una
villa), ad una rivendita di tabacchi e ad alcuni
spacciatori di Nardò «ai quali togliemmo mezzo chilo
di cocaina e otto chili di fumo».
Quanto all'inizio della sua partecipazione con il
gruppo di Di Emidio, Architetto ha aggiunto che «tutto
è cominciato dopo aver allacciato amicizia con Tanisi».
Il processo riprenderà l'11 febbraio.
Solo qualche giorno fa Architetto è stato condannato
a Bologna per un traffico di droga sull'asse
Salento-Romagna. |