Primi,
inquietanti dati dalle indagini di Provincia e Multilab in 17 centri del
Leccese. L'effetto Cerano. Ma le analisi non sono che all'inizio
Piove anidride solforosa su metà Salento
Convocati 300 medici per avviare uno studio, ma si sono presentati in
otto
Piove una grande
quantità di anidride solforosa nei cieli del Nord Salento. Una prima
inquietante verità dell'imponente progetto ambientale avviato dalla
Provincia e da Multilab, l'azienda speciale della Camera di Commercio,
con l'obiettivo di scandagliare l'aria che si respira a Sud di Cerano e
delle acciaierie tarantine.
I dati sono ancora «grezzi», si affrettano a chiarire i tecnici, che
hanno messo nero su bianco i primi risultati dei rilevamenti: 150
campioni di acqua piovana, raccolta in 35 recipienti speciali, ubicati
in 17 comuni della provincia (Lecce, Campi, Trepuzzi, Surbo, Vernole,
Melendugno, Castrì, Cavallino, San Cesario, Lequile, Monteroni,
Arnesano, Carmiano, Veglie, Salice e
Guagnano).
Dati che non sembrano comunque far presagire nulla di buono. Nei mesi da
dicembre a marzo, i campioni raccolti a Surbo, Trepuzzi, Vernole,
Melendugno, Guagnano e Salice hanno infatti rilevato tracce di anidride
solforosa sino a 7 millilitri per litro d'acqua. Valore nettamente al di
sopra della media. Anidride solforosa che è con molta probabilità
collegata ai processi di combustione della centrale di Cerano.
E proprio dei primi risultati dell'indagine si doveva parlare martedì
alla Provincia nella riunione convocata dall'assessore alle Politiche di
risanamento ambientale Roberto Palasciano. Mancavano però gli
interlocutori principali dell'assemblea: i circa trecento medici di
base, convocati con lettera ufficiale ed ai quali Palasciano doveva
consegnare i questionari clinici. La seconda fase del progetto
ambientale prevede infatti la raccolta di dati sulle patologie più
diffuse nell'area monitorata (circa 150 mila residenti), con riferimento
sopratutto all'incidenza di allergie, bronchiti croniche e tumori ai
polmoni in soggetti non fumatori. Un monitoraggio di estrema importanza
per valutare le conseguenze dell'inquinamento sulla salute dei salentini,
che i medici di famiglia hanno però boicotatto in massa e senza
un'apparente motivazione. «Si sono presentati solo in otto. Una
defezione davvero inspiegabile», commenta amareggiato l'assessore, e
che certamente merita qualche doverosa spiegazione.
Il progetto comunque non si arresta. Il Multilab approfondirà l'analisi
degli agenti inquinanti rilevati: idrocarburo polinucleare (conosciuto
con l'acronimo Ipa), arsenico, vanadio, cromo, piombo. Sostanze che se
respirate quotidianamente possono provocare gravi danni alla salute.
Analizzerà inoltre fattori importanti per rendere i dati significativi,
come i venti o l'utilizzo nei mesi in questione del riscaldamento
domestico, che ha contribuito ad innalzare il livello di anidride
solforosa.
La Provincia istituirà invece una task force per coinvolgere i medici
sinora riluttanti. «Faremo consegnare il questionario direttamente a
casa, da personale dell'ente. A questo punto si tratterà solo di
mettere qualche crocetta. Non credo che comporterà troppo disturbo»,
sottolinea Palasciano con una punta di ironia. I dati completi, rilevati
dal Multilab, verranno invece diffusi tra un paio di mesi. «Faremo
conoscere a tutti gli abitanti del Nord-Salento che tipo di aria
respirano ogni giorno - conclude l'assessore - Un'iniziativa di vitale
importanza per la salute e l'ambiente».
Daniela Pastore
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