gia' in carcere il latitante

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da: Gazzetta del Mezzogiorno, 19 giugno 2002 * "Gazzetta"

 
«Rosa dei venti»
Si è costituito a mezzanotte Massimo Catanzano, di Veglie
Già in carcere il latitante
Solo professioni d'innocenza dai primi interrogatori

E già dietro le sbarre uno dei due latitanti dell'operazione «Rosa dei venti», messa a segno l'altra mattina all'alba dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, con ventisei arresti (otto assegnati ai «domiciliari») per concorso nella detenzione a fine di spaccio di cocaina.
Massimo Catanzano, 23 anni, di Veglie, accompagnato dal suo legale, l'avvocato Salvatore Musco, ieri attorno alla mezzanotte si è costituito nella caserma del suo stesso paese. Stando a quanto è dato di sapere, ai militari avrebbe dichiarato di aver appreso solo al rientro a casa che i carabinieri lo cercavano. Come che sia, sbrigate le formalità di rito, il giovane è stato trasferito in una cella del carcere di Borgo San Nicola, dove forse oggi stesso verrà interrogato dal giudice delle indagini preliminari, Ercole Aprile.
Ieri intanto, nello stesso carcere, sono stati sentiti i quindici ammanettati l'altra mattina (gli altri tre, Eliano Sabetta e Cosimo Albano e Maria Rosy Swharz, marito e moglie, verranno ascoltati per rogatoria in Veneto).
Stando a quanto è dato di sapere, quasi tutti avrebbero risposto alle domande del giudice, ma solo per prendere le distanze dalle accuse contenute nell'ordinanza realizzata sulla scorta del lavoro di indagine coordinato dal sostituto procuratore Silvio Maria Piccinno.
Quanto a Francesco Campobasso, detto Franco, il leccese residente a Surbo che avrebbe portato le prostitute ai «festini» a base di cocaina e sesso tenuti a Lecce, Porto Cesareo e Salice Salentino, avrebbe dichiarato di aver sì avuto a che fare con ragazze italiane e straniere, ma solo per spettacoli organizzati legalmente. Stessa risposta avrebbe fornito Salvatore Nobile, di Lecce, che quei «festini» avrebbe organizzato, portando la droga fornitagli dall'altro latitante, Cosimo Faggiano, di Mesagne.
Altri come Luigi Quarta, di Arnesano (difeso dall'avvocato Antonio Savoia), avrebbero invece risposto di aver avuto a che fare con la cocaina solo per uso personale.
Da parte sua, invece, Mimmo Petrelli (assistito dall'avvocato Paolo Spalluto), il titolare della sala giochi Free bickers finita sotto sequestro, avrebbe affermato di aver assistito, in qualche occasione, allo scambio di droga tra i giovani che frequentavano il suo locale, compresi i tossicodipendenti che hanno dato una mano alle indagini, ma di non aver mai spacciato.
Della facoltà di non rispondere, infine, si sarebbero avvalsi i due presunti capi del gruppo, i fratelli Sandro e Tony Saponaro, di Magliano , che sono invece difesi dall'avvocato
Luigi Piccinni.