il tar annulla tutti i provvedimenti del comune di vegli
sul cosiddetto "canalone"

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a cura di: Insieme. per Veglie, 30 dicembre 2003 * "Politica*

 

Comunicato stampa

La partecipazione numerosa dei cittadini, organizzati e non, e i ricorsi discussi dagli avvocati Nicolardi, Leuci e Zecca contro il cosiddetto “canalone”, hanno consentito di raggiungere un risultato clamoroso: il Tar di Lecce, con sentenza n. 401/03, ha annullato tutti i provvedimenti del Comune di Veglie (sei delibere e una nota del Responsabile del Procedimento) insieme al parere favorevole della ASL LE/1 sul progetto e ha condannato il Comune di Veglie a rifondere alle parti le spese del giudizio.

La vicenda amministrativa per risolvere il problema del rischio idraulico, che incombe drammaticamente su Veglie, è iniziata nel lontano aprile 2001 con la presentazione di un progetto da parte del Comune alla Regione Puglia per un finanziamento di 5 milioni di Euro nell’ambito dei POR 2000/2006. Fino allo scorso marzo è poi successo di tutto. Dopo la notifica di finanziamento del primo lotto, il progetto è stato approvato, poi spostato, rifatto, riapprovato da una maggioranza di nove consiglieri, messo a bando, sospeso, nuovamente rifatto, ri-riapprovato in fretta nel mentre giungeva la revoca del finanziamento da parte della Regione Puglia per “ritardi incolmabili”. In questo groviglio amministrativo, in cui la maggioranza si è attorcigliata da sola, la minoranza consiliare e il Comitato contro il canalone hanno sempre sostenuto che non bisognava perdere i finanziamenti, che il problema degli allagamenti non andava sottovalutato e che la soluzione adottata da Carlà era incompleta, inutile e, perciò, dannosa per il territorio.
La maggioranza, però, non ha voluto sentir ragioni né mai ha cercato un confronto serio sulle altre soluzioni prospettate.

Ora, con questa sentenza del TAR di Lecce, dopo quasi tre anni, l’amministrazione di Carlà vanta i seguenti risultati:

-         ha perso cinque milioni di Euro, di cui un milione e 700 mila già concessi e poi revocati dalla Regione Puglia per “ritardi incolmabili”;  si accolla spese per le parcelle ai progettisti e spese legali;

-         ha vanificato numerosi consigli comunali e giunte comunali sull’argomento;

-         ha ignorato le proposte dei cittadini e della minoranza rifiutando qualsiasi confronto;

-         ha perso tanto  tempo senza affrontare seriamente il problema.

La vicenda è emblematica di un pessimo modo di amministrare: sentirsi padroni del paese e non a servizio di esso. Non ascoltare la ragioni motivate del popolo non solo espone alla figuraccia di una bocciatura giudiziaria dopo quella politica ma, soprattutto, arreca enorme danno al presente e al futuro di Veglie. Ora i cittadini, che hanno dovuto mobilitarsi e ricorrere alla Giustizia Amministrativa per tutelare il territorio e i loro legittimi interessi, si chiedono fino a quando dovranno continuare a difendersi da questi amministratori. 

Veglie, 30 dicembre 2003                                  Insieme per Veglie