addio credito d'imposta

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da: Insieme per Veglie, 25 dicembre 2002 * "Politica - Insieme per Veglie"

 

Addio credito d’imposta

C’era una volta un pacchetto di leggi dello Stato, che aveva l’obiettivo di sostenere l’economia e favorire l’occupazione. Moltissime aziende e studi professionali ricorrevano a queste leggi per assumere nuovi dipendenti e operare investimenti per la propria attività. Grazie a queste leggi vennero aumentati i posti di lavoro, realizzate nuove sedi, ristrutturate quelle già in uso, acquistate nuove attrezzature, incoraggiata l’emersione dal lavoro nero.

Queste aziende del Sud, e quindi anche quelle della nostra regione, che creavano nuovi posti di lavoro o decidevano di investire  ricevevano, attraverso la legge,  uno “sconto” sulle tasse da pagare. Le leggi, a quel tempo, premiavano l’imprenditore che decideva di spendere i propri guadagni per creare occupazione e investimenti. Si era stipulato un patto tra lo Stato e l’imprenditore per sostenere l’economia e l’occupazione meridionali, in un momento in cui la crisi ne minacciava l’esistenza.Tutto ciò, passato alla storia come “ credito d’imposta”, serviva realmente ad aiutare le piccole e medie aziende a rimanere nel sistema produttivo e favorire l’occupazione attraverso nuove assunzioni. La  storia s’interrompe improvvisamente con l’arrivo alla guida dell’economia italiana del Ministro Tremonti, il quale stabilisce che il credito d’imposta non può essere utilizzato e le aziende dovranno pagare i tributi indipendentemente dagli investimenti fatti e dei costi sopportati per le nuove assunzioni. Ma il fatto più grave è che il provvedimento del Ministro riguarda non solo gli investimenti futuri ma anche quelli già realizzati. La scelta operata dal Ministro è ingiusta, perché blocca i piani di sviluppo di ogni singola azienda ed è cannibalesca perché decreta la morte dell’imprenditorialità meridionale a favore di quella settentrionale. Qualcuno, a questo punto si chiederà, che fine faranno le piccole aziende, che non saranno in grado di reperire la liquidità necessaria per pagare le imposte su presunti guadagni, che di fatto non ci sono stati, poiché sono stati investiti nelle diverse attività aziendali? E che fine faranno i nuovi  assunti favoriti da uno sconto fiscale promesso da una legge, che oggi ne modifica i termini?

Già a novembre molti imprenditori si sono trovati nelle condizioni di non poter pagare l’acconto Irpef, cosa faranno quando l’Imps chiederà loro gli arretrati contributivi?

Ci troviamo di fronte ad un Governo, che non solo non rispetta gli impegni presi con gli imprenditori onesti, ma attraverso i diversi condoni premia i disonesti.      

Dal Foglio di Informazione del comitato politico di "Insieme per Veglie" del 20.12.02