LETTERA APERTA AL SINDACO DI VEGLIE


Caro Sindaco,

nel Consiglio Comunale di venerdì 27 ottobre mi sono astenuto, mio malgrado, dal votare l'ultima delibera dell'o.d.g. avente per oggetto: "Primo anniversario 'Strage della Grottella' - Approvazione atto di indirizzo per la realizzazione monumento commemorazione vittime", nonostante il tuo appello a votare unanimi su un tema che non può conoscere differenze politiche.
Non ti scrivo né per chiarire né per giustificare la mia scelta.
Certo, c'è stata sorpresa per un argomento aggiunto all'ultimo momento ai lavori del Consiglio Comunale (e per questo forse poco pensato) e per le motivazioni addotte dal tuo assessore ai Lavori pubblici (un monumento ai vigilantes caduti perché unico in Italia), davvero povere e misere, senza un coinvolgimento ampio del paese, ma hai fatto bene a fare la proposta. Queste cose, anche quando si fanno solo per dovere, hanno un significato e sono destinate comunque a lasciare un segno.
In termini propositivi ti scrivo per sottoporti due semplici annotazioni.

TUTELIAMO LO SPAZIO DELLA MEMORIA PRIVATA

Nella metà degli anni ottanta, in via N. Brandi, vicino all'Istituto Tecnico Nautico di Brindisi in cui insegno, avvenne una morte tragicamente precoce. Dopo anni ancora una mano anonima ogni giorno lascia un piccolo mazzo di fiori legato a un palo con un biglietto in un foglio di cellofan che lo protegge dalla pioggia. 
La memoria individuale dei parenti delle persone scomparse in circostanze tragiche e premature è forte, tenace e si esprime in moltissimi modi e i più impensati. Essa è una sfida non tanto agli altri uomini, che purtroppo non ricordano, quanto al Tempo, lento distruttore di tutte le cose. Quegli inconsolabili parenti o amici un giorno non ci saranno più a portare i fiori e la memoria di quella persona o di quelle persone svanirà definitivamente. Ma non per questo la memoria individuale è meno importante e meno espressiva di quella comunitaria che si esprime in un monumento e/o in un rito annuale. 
Anzi questi ultimi, per loro natura, ci conducono soltanto a metà strada, indicano una mancanza, un lutto rimosso e ci lasciano in balia degli spettri. Un monumento non fa che rafforzare il sentimento di assenza.
Troppo poco tempo è passato da quel tragico 6 dicembre 1999 perché la memoria comunitaria soverchi o si sovrapponga a quella individuale delle mogli, dei figli, dei genitori e familiari dei nostri Luigi, Rodolfo e Raffaele. Il loro dolore è ancora troppo grande. E la ricerca di sollievo a questo dolore avviene attraverso vie ben note: il silenzio condiviso, la compartecipazione individuale, la forza di vivere che viene dai piccoli gesti di solidarietà quotidiana e, per chi crede, il culto religioso. E' dato a noi il potere e la facoltà di interferire in questo processo? Il breve tempo trascorso dal tragico evento richiede a noi la massima cura per non invadere lo spazio dolorante della memoria privata.

UN RICORDO CHE SIA PRESENZA VIVA

Luigi, Rodolfo e Raffaele non appartengono più solo alle loro famiglie. Non 
appartengono più all'Istituto presso cui lavoravano. Appartengono a un paese intero, meglio ad una intera provincia. E non solo per la tragicità della loro morte, ma per la loro vita "comune", per l'appartenere a quell'enorme comunità di esseri umani che vive e muore senza nome e senza monumenti perché cari a pochi.
Per ricordare questi uomini un paese deve trovare segni carichi di "presenze", più che di ricordi: la presenza di una giustizia che non ha ancora preso tutti i criminali assassini e non li ancora potuti condannare; la presenza di una politica globale della sicurezza; la presenza del rispetto della legalità in ogni settore della vita pubblica; la presenza del bene pubblico quale regola di azione politica prima di quello individuale o di parte.
Che fare perché i morti della Grottella del 1999 non svaniscano dalla memoria di un paese, nonostante il monumento, in modo molto rapido, e non rimangano solo i segni di una assenza per chi non ha più orizzonti ed è votato a vivere nel passato? 
Il mio appello è che l'Amministrazione Comunale di Veglie, l'Amministrazione 
Provinciale, la Città di Copertino, l'Istituto Velialpol, i familiari delle Vittime, semplici cittadini, vegliesi e non, diano vita ad una FONDAZIONE che con borse di studio annuali promuova i valori sopra ricordati e incentivi quei cittadini che si sforzano e si impegnano a tradurre nella vita quotidiana ciò per cui Luigi, Rodolfo e Raffaele sono morti.
Affidando queste note alla tua sensibilità, ti saluto

Veglie, novembre 2000              pro
f. Antonio Greco

chiudimi...