TUTTI CONTENTI

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da: Dania, gennaio 2007 * "Libri"

 

TUTTI CONTENTI di Paolo DI STEFANO, Feltrinelli Editore, Ottobre 2003 

Due sono i punti di riferimento fissi nella memoria labile del tipografo in pensione Nino Motta,  protagonista di questo romanzo di Paolo di Stefano: un cappello da cowboy, appartenuto al padre ed un cappottino troppo stretto, indossato da Marietta, sua madre.

Con lo scopo di  ricollegare i brandelli di memoria e ricostruire così la propria identità, Nino Motta lascia la famiglia a Milano e torna ai luoghi di origine: prende alloggio in una pensione a Messina  e, fingendosi il giornalista Matteo Dolci, inizia il suo percorso a ritroso. 

Ricercando nell’archivio della biblioteca comunale le notizie pubblicate dai giornali dell’epoca e intervistando gli ex compagni, con i quali aveva condiviso la permanenza in un collegio per ragazzi poveri, farà esercizio di conoscenza e di memoria, finché i ricordi, divenuti nitidi, gli consentiranno di  rintracciare il suo vissuto, fino alle radici.

Scoprirà che il quadro dell’esistenza sua e di quella dei genitori è gravido di tragici avvenimenti, per cui, una volta completato, non desidererà altro che dimenticare, per ripartire da zero e iniziare a vivere realmente la propria vita.

“Tutti contenti” è un lavoro complesso. Intrecciate alla storia del protagonista, Paolo Di Stefano fa conoscere anche quella dei tanti compagni di collegio di Nino Motta, tracciando con descrizione precisa, fotografica, una ben definita personalità per ogni personaggio e le vicissitudini che hanno inciso sulla loro vita.

Molteplici gli episodi illustrati dall’autore, con penna sapiente e intrisa di particolare sensibilità, capace di privare anche il racconto più scabroso di ogni forma di morbosità fine a se stessa.

Inutile dilungarsi ulteriormente in banalizzanti riassunti: son tutte da leggere le impeccabili 374 pagine di questo libro. Seguendo appassionatamente la trama del romanzo, in cui abbondano le dissertazioni esistenziali, tra presente e passato, di Nino Motta, il lettore si sentirà coinvolto emotivamente e indotto più volte a soffermarsi per meditare sulle molteplici problematiche toccate dall’autore, tra cui:

- Il bisogno di riappropriarsi delle proprie radici per sapere di quale materia siamo fatti, chi eravamo prima che gli altri, o gli avvenimenti, ci plasmassero facendoci divenire quello che siamo.

- La necessità di mettersi in ascolto del prossimo, con rispetto, senza banalizzazioni o derisioni, perché il bisogno di raccontarsi è indicativo di travagli interiori, consci o inconsci, da scandagliare fino alla loro emersione totale.

- L’amore adagiato nella routine quotidiana, che può finire per inerzia. Le tragedie che possono seguire l’amore  rubato e quelle causate dalle relazioni pericolose. L’amore che sboccia spontaneo e non conosce età. 

- La pedofilia, tremenda violenza sui bambini, i cui risvolti negativi peseranno sulle vittime,  condizionandone il comportamento per il resto della vita.

- Le conseguenze sugli individui e sulle loro famiglie di arresti effettuati dietro semplici indizi, delle induzioni a confessioni predeterminate dagli inquirenti, di giudizi ingiusti e condanne sommarie.

- L’importanza della cultura nel recupero e nella riabilitazione. Anche di quella a “costo bassissimo”, che fa sentire migliori e riscattati dal degrado causato dall’abbandono, dalla solitudine e dalla  povertà.

- La solitudine, che può assalire anche quando si sta in mezzo a tante persone. E la paura di vivere,  che ognuno deve affrontare da sé.

Tanti argomenti importanti tuttavia non “appesantiscono” il libro, che resta di piacevole lettura, vuoi per il linguaggio usato dall’autore, profondo e semplice nello stesso tempo, vuoi  perché non mancano, nello svolgersi dei 30 capitoli, momenti di comicità, di intensa poesia e di capillare descrizione storica, ambientale e paesaggistica.

Buona lettura.

dania

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