AMMINISTRARE CON I CITTADINI
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da: C. Penna, 02 gennaio 2004 * "Liberi Pensieri"
Il TAR accoglie due ricorsi
contro il «Canalone» perché manca la "valutazione di impatto ambientale»
nel progetto di «Rimozione dello stato di rischio idrogeologico del
territorio comunale», valutazione giustamente ritenuta essenziale. Questo è quanto si legge sulla
Gazzetta del Mezzogiorno del 31 dicembre 2003. Probabilmente la conclusione del TAR è stata ben rimarcata dal comunicato stampa di Insieme per Veglie: "La vicenda è emblematica di un pessimo modo di amministrare: sentirsi padroni del paese e non a servizio di esso. Non ascoltare la ragioni motivate del popolo non solo espone alla figuraccia di una bocciatura giudiziaria dopo quella politica ma, soprattutto, arreca enorme danno al presente e al futuro di Veglie. Ora i cittadini, che hanno dovuto mobilitarsi e ricorrere alla Giustizia Amministrativa per tutelare il territorio e i loro legittimi interessi, si chiedono fino a quando dovranno continuare a difendersi da questi amministratori". E' effettivamente emblematico che dei cittadini debbano rivolgersi al TAR contro i propri amministratori per un'opera che essi ritengono giusta indipendentemente da tutto e da tutti; in un dibattito pubblico non ci si presenta con le intenzioni di discutere ma di imporre le proprie idee, dicendo agli altri "Le faccia il suo lavoro" oppure "Appureremo in seguito il suo operato" (il Sindaco riferendosi ad un ingegnere che per l'università di Taranto aveva fatto dei sopralluoghi sul territorio di Veglie proprio relativamente allo stato idrogeologico; ingegnere che adesso lavoro presso il Comune). Non è un buon modo di amministrare. Effettivamente ne
stiamo accumulando più di una abbastanza di opere più o meno imposte. La
stessa piazza, della quale nonostante tutto non se ne capisce il
rifacimento, potrebbe essere un'opera imposta. Se il problema era
"aumentare il luogo pedonale", bastava chiudere la strada che costeggia
il bar centrale; se il problema era "assicurare un maggior spazio
pedonale" c'è da chiedersi per quali persone occorresse aumentare tale
spazio dal momento che le persone presenti in piazza sono le stesse di
vent'anni fa; ma, tra altri vent'anni, chi ci sarà in piazza quando
queste persone non ci saranno più? Insomma molte motivazioni non
tengono.
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