GESU' E IL CORANO
Claudio Penna * 09 dicembre 2004 * __Chiudimi_|x|__
L'intervento di Dania, come al solito, è forte e pieno di problematiche. C'è da dire che non solo in Italia, ma in altre parti si sta vivendo una situazione strana relativamente al Cristianesimo, basta guardare in Spagna e rendersi conto della rivoluzione di Zapatero, niente di più illogico.
Non mi piace l'integralismo in generale; quando nel famoso 11 settembre, la Fallaci pubblicò il suo articolo sul Corriere della Sera, io ne pubblicai uno stralcio su questo sito perché, a caldo, lo ritenevo corretto. Tempo dopo lo tolsi perché lo ritenni esagerato ed estremista. Oggi, a mente fredda, devo dire che in molte cose ci ha veduto giusto.
Stiamo vivendo uno strano concetto di uguaglianza, di parità, di accettazione dell'altro che penso non abbia nulla a che fare né con l'uguaglianza, né con la parità, né con la stessa accettazione dell'altro. I fatti riportati da Dania sono solo un esempio di quanto la semplice parola "Gesù", (non il suo contenuto, non il suo messaggio, non la sua provocazione), sia diventata di ostacolo ad una comune convivenza. Forse le care maestre di Rebbio (Como), non sanno che per i mussulmani Gesù è considerato il più grande profeta dopo Maometto? Forse non sanno che i musulmani hanno un grande rispetto e venerazione per Maria, la madre di Gesù! Non sanno che nel Corano, libro sacro dei mussulmani, è citato diverse volte - e sempre in senso positivo - Gesù e la stessa Maria!?
In nome di quale uguaglianza e
democrazia, in una scuola in cui oltre il 90% degli alunni ha scelto
l'insegnamento della religione cattolica si può pretendere di togliere il
crocifisso per una possibile minima presenza di alunni non cattolici? Avere
rispetto della minoranza - perché tale, in ogni caso è - significa forse mettere
da parte diritti, credo, convinzioni della maggioranza? Quelle insegnanti hanno
commesso un doppio errore, primo fra tutti quello di non aver saputo presentare
agli stessi bambini mussulmani il personaggio Gesù, presente anche nella loro
religione e quello di non aver saputo cogliere l'enorme portata dell'attuale
riforma della scuola in cui si parla di integrazione reale, di condivisione, di
convivenza.
Non è certo buttando via ciò che è di un popolo che si crea la convivenza! Anzi
è l'anticamera di continui ed inutili scontri perché non si permette di
accettarsi vicendevolmente con il proprio bagaglio culturale, religioso e
sociale.
Le grandi religioni attuali mondiali, Cristianesimo, Islam, Ebraismo hanno moltissimo in comune, occorre partire da questo, occorre mettere in comune e valorizzare ciò che di buono hanno queste religioni; occorre permettere ad ognuno di assaporare la bellezza della propria religione, far conoscere la propria religione; non per fare del proselitismo ma per fare aggregazione, convivenza: si evita ciò che non si conosce; imparare a conoscere l'altro è la base di una civile e umana convivenza.
E' spiacevole vedere come scuole, che dovrebbero essere la culla di tutto questo, non solo perdono occasioni incredibili di attuare una vera e bella convivenza tra persone diverse, ma piuttosto preferiscono nascondere e girare al largo disorientando e misconoscendo. Non è certo la favola di Cappuccetto Rosso che può unire i diversi credenti delle varie religioni... e poi perché Cappuccetto Rosso e non una favola islamica?
Occorre ricordare che quando è iniziato
il movimento sionista, arabi ed ebrei vivevano insieme senza grossi problemi
nella Palestina (leggete ad esempio Shalom, di Clara Kosta), sono stati
altri, al di fuori di questi popoli, a creare i grandi scompigli che ancora oggi
sono sotto i nostri occhi.
Non ripetiamo lo stesso errore di allontanare gruppi di credenti come se fossero
così diversi da non potersi accettare, da non poter essere orgogliosi delle
proprie tradizioni culturali e religiose, da metterli gli uni contro gli altri.
C. Penna
Si possono leggere queste citazione
coraniche riguardanti Gesù: Sura II, versi 87 e 253; sura III 34-37, 42-59;
sura IV, 157-159, 163, 170-173; sura V, 17, 46, 72, 75, 78,
110-118; sura VI, 85; sura IX, 30-31; sura XIX, 27-37; sura XXIII,
50; sura XXXIII,7; sura XLII, 13; sura XLIII, 59 e 63-65; sura
LVII 26-27; sura LXI, 6 e 14 N.B. Il Corano è diviso in 114 sure, disposte dalla più lunga alla più corta e, ognuna di esse, è divisa in versetti. |