UN MUCCHIO DI SOLDI

Dania  * 21 novembre 2004 * __Chiudimi_|x|__


Premessa n.1

Mercoledì 10 novembre 2004: Il Sole 24 ore porta in prima pagina, a firma Brivio e Pasqualetto, l'articolo "L'Europa Del Lavoro", che dice: Per chi cerca lavoro in Europa non c’è destino migliore che nascere a Bolzano. Allo stesso modo la sfortuna peggiore è nascere in Campania o, per una donna, in Calabria. Ad autorizzare queste conclusioni sono i dati sull’occupazione regionale 2003 dell’Eurostat. Numeri che, pur considerando il nuovo scenario delineato dall'allargamento dell'Unione a 25 Stati, continua a descrivere un mercato del lavoro italiano estremamente polarizzato, in grado di primeggiare ai vertici europei con alcune regioni del Centro-Nord e contemporaneamente di sprofondare con aree del Sud al di sotto delle zone più povere dell'Est Europa e delle colonie ultraperiferiche. […]

Premessa n.2

Martedì 16 novembre 2004: Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, intervenendo al Teatro Margherita di  Caltanisetta, dice:

[…] Intollerabile che un tasso di disoccupazione nazionale in continua diminuzione, a partire dal '98, e oramai inferiore all'8%, sia il risultato della media di un tasso di disoccupazione pari alla metà di quella cifra nel Centro Nord e al doppio nel Mezzogiorno. Il fatto poi, che ciò accada quando si siano raggiunte una sostanziale parità tra tutte le regioni e province per quello che è il livello di formazione scolastica dei giovani, e una omogeneità culturale superiore al passato, rende ancora più doloroso questo divario tra Nord e Sud[…].

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Un ragazzo del Sud, uno come tanti. Simpatico e scherzoso, mi ha  onorata della sua presenza poi, come una meteora se n'è ripartito, lasciando dietro di sé una bellissima impressione e il ricordo del suo personale, inconfondibile, sorrisetto a testa bassa. E, forte, il desiderio di continuare la conversazione.

Passeggiando per la città, non so neppure come, aveva iniziato a parlarmi dei suoi interessi, delle sue  preoccupazioni e dei suoi progetti per il futuro: una valanga di cose, tutte in costruzione, come è giusto che sia, data la giovane età.

Al primo posto, la  ricerca di un lavoro sicuro, in regola, dove si possano mettere a profitto le proprie capacità, dove l'orario sia rispettato, i contributi versati e la busta paga consegnata puntualmente ogni fine mese. Un impiego che si rispetti sotto tutti i punti di vista, uno di quelli che pare sia possibile trovare al Nord, mentre al Sud scarseggiano di brutto!

Un discorso serio il suo, impossibile non dargli retta, impossibile non sentirsi coinvolti nelle sue problematiche, anche se, per quel che si riferisce al lavoro, di nuovo non hanno nulla, salvo la data e il luogo, perché del problema dell'occupazione dei giovani se ne è parlato tante volte, infinite volte!

Solo un punto del discorso mi ha lasciata perplessa, spiazzata e, per un momento, ammutolita e spaventata: la convinzione del mio giovane amico che quel benedetto e idealizzato posto di lavoro contenga in sé la capacità di fargli guadagnare "un sacco di soldi".

Forse non ho buona memoria, ma mi  pare che, abbinato al posto di lavoro serio e sicuro, vi sia invece la possibilità di un guadagno chiamato "minimo sindacale" che, per quanto dignitoso, infilato in un sacco occuperebbe ben poco spazio! Testimoni di questo potrebbero essere molti giovani del Nord, definiti mammoni perché tardano ad andarsene dalla casa dei genitori nonostante l’impiego lo abbiano trovato. Accusa ingiusta: se non si scollano è perché col loro stipendio, a stento, coprirebbero la spesa dell’affitto per un mini appartamento.

Da sempre è risaputo che nessuno dà nulla in cambio di niente e che spesso gli pseudo-imprenditori cercano di dare poco in cambio di tanto. Chi tiene nelle proprie tasche un "sacco di soldi", certamente non farà loro cambiare dimora tanto facilmente!

Perciò, un sacco di soldi… Se non uno specchietto per le allodole, cosa potrà rivelarsi questa prospettiva?Trovare un lavoro in regola e ottenere un compenso giusto e adeguato alle proprie prestazioni è un diritto indiscutibile. Chiedere l’aumento, una volta finito il periodo di apprendistato, può essere  addirittura un dovere verso se stessi.

Attento giovane amico – vorrei gridargli da lontano – attento! Troppo spesso chi s'è lasciato abbindolare da questa illusione si è trovato con un sacco di guai! Quando in un sacco non è finito lui stesso! E qui dovrei far un lungo elenco di casi tristi, di cui siamo stati informati dai media, ma il mio giovane amico merita ben altro!

Che controsenso! Voler essere solidale con un giovane, con il suo desiderio di volare alto, e nello stesso tempo sentire impellente la necessità di metterlo in guardia contro le storture e le tragedie che accadono a casa nostra e in giro per il mondo, come se lui fosse alla ricerca di chissà che, mentre tende  fiducioso ad un posto di lavoro!

Mettiamo allora in conto che il lavoro bisogna cercarlo là dove è possibile trovarlo; facciamo che  il mio giovane amico per "sacco di soldi" intendesse quel minimo sindacale a cui si è accennato e che per raggiungerlo fosse disposto ad allontanarsi dalla casa paterna, a lasciare la sua terra: diciamogli soltanto che dovrà vedersela con sacrifici economici per arrivare a fine mese senza dover chiedere aiuto ad alcuno, che dovrà vedersela con la solitudine e con la nostalgia. Per questo, raccomandiamogli di aguzzare l’ingegno, di scorrere tutte le inserzioni sui media, di guardarsi intorno per cogliere ogni agevolazione o opportunità, prima di spostarsi dal suo paese, ricordandogli che se fosse disposto ad affrontare a casa tutti i sacrifici in cui potrebbe incorrere allontanandosi, forse riuscirebbe a pareggiare i conti, e magari anche risparmiare un gruzzoletto!

Tutte raccomandazioni che non esulano dalla solidarietà per il suo diritto di trovare, nel suo paese, nella sua città, o nella sua  regione,  un posto di lavoro serio, in regola e giustamente stipendiato.

dania