14 febbraio 2004: San Valentino
Puntuale, ecco la ricorrenza di San
Valentino. Non passerà inosservata perché, come ogni festa che si
rispetti, è alquanto commercializzata e non vi è vetrina che non
esponga articoli regalo appropriati. Circoleranno confezioni di
cioccolatini; svariati oggetti a forma di cuore e cesti di rose
rosse. Dai cellulari partiranno miriadi di messaggi, perché è la
festa degli innamorati, a cui tutti sono invitati ad aderire,
senza esclusione di età.
Si verseranno anche tante lacrime,
purtroppo, perché chi non ha ancora trovato l’anima gemella, o
ha visto allontanarsi quella che s’era illuso lo fosse, in
questo clima di grande felicità esternata, sentirà ancora più
forte la propria solitudine.
Se è vero che, fin dalla creazione
dell’uomo, per ogni lui c’è sempre una lei, desiderare
d’incontrare la persona giusta per prendersi per mano, per
confidarsi, ridere o consolarsi a vicenda; per affrontare insieme
la vita scambiandosi appoggio e sostegno; è più che sacrosanto.
Ma non sempre gli incontri sono quelli giusti. Ci si incontra e ci
si lascia, a volte dopo percorsi alquanto tortuosi.
Innamorarsi, magari sbagliando i calcoli,
e soffrire per amore, è possibile a tutte le età, non esistono
limiti. San Valentino deve pensare a tutti. Se poi deve estendere
la sua protezione anche a tutti gli innamorati dell’amore, ha
veramente un gran daffare.
Se per innamorarsi non esiste limite
massimo di età, può esistere un minimo? Una volta si parlava tanto
di “amore platonico!”, cioè soltanto ideale, non concreto: la
ragazzina sognava d’incontrare un lui, il ragazzino sognava
d’incontrare una lei. Oggi le cose son cambiate, non esistono
più, né a scuola né in parrocchia, le divisioni tra i sessi per
cui la nascita di simpatie precoci è facilitata.
Trovare un ragazzo o una ragazza con cui
fare coppia viene vissuto come necessità, come verifica su se
stessi: “ Se tutti hanno un ragazzo/a e io no, cosa vuol dire? Che
sono proprio brutto da buttar via?”
Sfogliando alcuni vecchi libri formativi a
portata di mano, scopro, non senza sorpresa, che questa
preoccupazione, che parrebbe essere nuova, in effetti non lo è, se
ha suggerito a Michel Quois questa preghiera:
Amare:
preghiera dell'adolescente
Vorrei amare,
Signore,
Ho bisogno di amare.
utto il mio essere non è che desiderio:
il mio cuore,
il mio corpo,
si tendono nella notte verso uno sconosciuto da amare.
Le mie braccia brancicano nell'aria e non so trovare un
oggetto al mio amore.
Sono solo e vorrei essere in due.
Parlo e nessuno sta ad ascoltarmi.
Vivo e nessuno coglie la mia vita.
Perché essere tanto ricco e non aver nessuno da arricchire?
Donde viene questo amore?Dove va?
Vorrei amare, Signore,
Ho bisogno d'amare.
Ecco stasera, Signore,
tutto il mio amore inutilizzato.
Ascolta, piccolo,
Fermati,
e fa', in silenzio, un lungo pellegrinaggio sino in fondo
al tuo cuore.
Cammina lungo questo tuo amore nuovo, come si risale il
ruscello per trovarne la sorgente,
e al termine, laggiù in fondo, nell'infinito mistero della
tua anima turbata, mi incontrerai,
Perché io mi chiamo l'amore, piccolo,
E non sono che amore, da sempre.
E l'amore è m te.
Io ti ho fatto per amare,
per amare eternamente;
e il tuo amore passerà per un'altra te stesso.
Lei stai cercando;
Rassicurati, è sulla tua strada,
in cammino dall'eternità,
sulla via del mio amore.
bisogna attendere il suo passaggio,
Lei si avvicina,
tu ti avvicini,
Vi riconoscerete.
Perché ho fatto il suo corpo per te, ho fatto il tuo per lei,
Ho fatto il tuo cuore per lei, ho fatto il suo per te;
E voi vi cercate, nella notte,
Nella "Mia" notte, che diverrà luce se mi date fiducia.
Conservati per lei, piccolo,
Come lei si conserva per te.
Io vi custodirò l'uno per l'altra,
E poiché tu hai fame d'amore, ho posto sul tuo cammino
tutti i tuoi fratelli da amare.
Credimi, è un lungo tirocinio l'amore,
E non vi sono diverse specie di amore:
Amare è sempre lasciare se stessi per andare verso gli
altri…
Signore, aiutami a dimenticarmi per gli uomini miei fratelli,
Affinché , donandomi, io impari ad amare.
MICHEL QUOIST
( da: Preghiere. Marietti, Torino ).
Che male c’è
avere un ragazzo/a? Questo è un quesito a cui, nello rispondere,
i genitori sembrano essere incoerenti: infatti dopo aver detto
che il fatto in se stesso non è un male, anzi che se vissuto in
modo giusto aiuta a capirsi e a maturare,
tirano fuori tutte le preoccupazioni dettate dalle
esperienze del proprio vissuto, che i figli faticano a
comprendere!
Se è vero che i fidanzatini mano nella
mano mettono tanta tenerezza, è altrettanto vero che molte sono le
incognite, i pericoli e le cocenti delusioni. Possono dei
genitori responsabili non rimanere in apprensione? Se la maturità
si acquisisce cammin facendo, qual è l’età giusta per cercarsi un
compagno/a?
Se le sensazioni che ne derivano sono
buone, che male c’è avere un amico particolare? E,’ questa, una
domanda propria dei nostri ragazzini? Non si direbbe, visto che
se l’era posta anche Anna Frank fin dal lontano 1944:
Mercoledì, 19
aprile 1944
Caro tesoro,
che cosa c'è di più bello al mondo che stare alla finestra a
guardare la natura, ascoltare il gorgheggio degli uccelli, sentire
il sole sulle guance e avere un caro ragazzo fra le braccia? Mi dà
un gran senso di pace e di sicurezza sentire il suo braccio
attorno a me, sapermelo vicino eppure tacere; non ci può essere
nulla di male, perché questa tranquillità è buona. Oh, non essere
mai disturbati, nemmeno da Mouschi!
La tua Anna
(Anna, compirà
quindici anni il 12 giugno)
E in risposta a coloro che pensano che i
ragazzi di oggi abbiano tutti la testa per aria e che per vivere
bene sia necessario assoggettarli a certi parametri bigotti o
benpensanti, comunque sorpassati, ecco trovata una pagina di
diario di altro autore.
Tutto è grazia. Tutto è gioia
“Signore
oggi ho comprato finalmente
la camicia verde elettrico
come quella di Marisa.
La indosserò con i pantaloni neri
Questa sera quando andremo
A ballare insieme.
…saremo davvero
La coppia più bella del mondo.
Non capisco perché X
Se la prenda tanto con noi
Che cosa facciamo di male?
Forse che la camicia elettrica e lo shake
Mi impediscono di credere in te ?
Forse che il gusto, il senso di pienezza
E di felicità
(Ma anche la voglia di morire, che buffo! )
che io provo a stare con lei
anche quando è scatenata nel ritmo
non posso offrirteli con gioia
come un dono che tu fai alla mia giovinezza
e come un invito a pensare a te
che hai rinnovato ogni cosa
Anche il mio amore per lei
Nella tua morte e nella tua risurrezione?
Come non ringraziarti se io posso amarla
Da figlio di Dio
Se posso ballare con lei da figlio di Dio
con la forza di resistere all'amore facile,
che, lo so, sarebbe la morte del tuo
e del nostro amore? ».
(da: Diario di un giovane d'oggi).
Verrebbe
voglia di chiudere così, in bellezza. Decidere che le
preoccupazioni dei genitori sono sempre esagerate, che i ragazzi
di sedici anni sono più che maturi per un cammino da innamorati. E
tante altre belle cose.
Come sempre
non tutto è così. Bisogna distinguere, capire, dar fiducia, ma
star vicini, senza abbassare la guardia. Importantissimo è il
dialogo.
Abbiamo detto
che è bello vedere i ragazzini innamorati, leggere la felicità
esplodere da tutto il loro essere, ma anche che in amore ci si
incontra e ci si lascia. Accade fra adulti che già hanno un’idea
di quello che vogliono, perché l’incontro con la persona giusta
non sempre avviene in modo lineare e semplice.
Quando si
hanno sedici, diciassette anni, si ha diritto ad una crescita
serena, a non essere distolti dallo studio, a poter cambiare idea,
perché gli interessi di domani possono non essere più quelli di
oggi.
Non cercare l'amore quando si è
molto giovani
Posso
dirti che quando avevo la tua età, e anche più tardi, e quando mi
è venuta la tentazione di cercare di conoscere l'amore, l'ho
allontanata da me dicendomi che era meglio non rischiare di
impegnare l'intera mia vita in un senso impossibile a prevedersi,
prima di aver raggiunto un grado tale di maturità da permettermi
di sapere esattamente che cosa chiedere alla vita, quel che mi
aspetto da essa. Non ti offro questo come esempio, ogni vita si
svolge secondo le leggi sue proprie, ma puoi trovarci materia di
riflessione. Aggiungo che l'amore sembra portare con se un rischio
ancora più spaventoso di quello di impegnare ciecamente la propria
esistenza; è il rischio di diventare arbitro di un'altra esistenza
umana, qualora si sia profondamente amati. La mia conclusione (
che ti offro come una indicazione) non è che si debba fuggire
l'amore, ma che non bisogna cercarlo, soprattutto quando si è
molto giovani. È meglio, allora, credo, non incontrarlo.
SIMONE WEIL
Quindi
l’affettuosa amicizia deve essere improntata alla consapevolezza
che a sedici diciassette anni si è in crescita e che si deve
crescere insieme. Ci si deve voler tanto bene da rispettare la
persona, i desideri e le aspirazioni dell’altro; tanto bene da
mantenere per entrambi il diritto e la libertà al ripensamento,
mettendo in conto e accettare anche l’ipotesi che si potrà
chiudere in serenità, ma anche essere “lasciati”.
E’ quest’ultimo
un boccone amaro, difficile da ingoiare. Ecco allora (volutamente
tralasciando i tragici fatti di cronaca che spesso raccontano i
mass media) che volano parole dure e che i messaggini innocenti e
teneri di un tempo, lasciano lo spazio ad altri che rasentano la
molestia e che, se fanno piangere chi li riceve, certo non fanno
onore a chi li digita.
Dania
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