PIAZZA SAN PIETRO
Dania * 22 dicembre 2005 * (pensieri)* Caratteri grandi-medi-normali * Accessibilità
“ […] Come faceva l’amato Giovanni Paolo II, tra poco anch’io benedirò i Bambinelli che i ragazzi di Roma collocheranno nel Presepe delle loro case. […]”
Le telecamere inquadrano e da casa possiamo vedere come ogni bambino convenuto in piazza, con lo sguardo luccicante di gioiosa innocenza rivolto verso la finestra da dove sono partite le parole, alza le braccia per esporre il proprio Bambinello alla benedizione del Santo Padre. Un incanto… per loro è già Natale. Non hanno bisogno di altro, i bambini, per entrare nello spirito Natalizio, quello che gli adulti agognano con nostalgia.
Alla domanda che ci si pone spesso: “Dov’è finito lo spirito natalizio che vivevamo una volta?” riecheggiano le parole del Vangelo: «Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei cieli » (Mt 18, 3).
La risposta sta tutta qua: bisogna ritornare semplici come i bambini, per guardare al di là delle cose materiali, verso un orizzonte più limpido.
Lo scorso anno s’è discusso sull’opportunità di comporre Presepi nelle scuole, fare recite a tema o cantare il nome di Gesù nei cori natalizi. Quest’anno è partito dall’America, e vorremmo non fosse accolto anche dagli italiani, l’invito a non augurare Buon Natale, per non offendere la suscettibilità delle persone appartenenti ad altre religioni.
Un terribile controsenso: è in nome di quel Gesù fattosi uomo che cerchiamo di considerare tutti gli uomini come fratelli, mettendo in pratica il suo Comandamento dell’Amore.
E’ in nome di quel Gesù che i missionari, religiosi o laici che siano, lasciano tutto per mettersi al servizio dei più derelitti, senza badare a quale religione appartengano.
Ed è in ricordo dello spirito natalizio vissuto da bambini che i genitori educano in maniera esemplare i propri figli e che molteplici persone, anche atee, fanno un mondo di bene al servizio delle minoranze.
Dania