...ERA ABITUDINE DI NOI RAGAZZINI
M. Spedicato * 09 marzo 2005 * __Chiudimi_|x|__
Alcuni anni fa, era abitudine di noi ragazzini, invadere alcuni posti della periferia di Veglie per dare vita a partite di calcio che iniziavano con l’inizio di “tutto il calcio minuto per minuto” e finivano quando non riuscivamo a vederci e a riconoscerci ad un metro tale e tanto era il buio.
I campi si chiamavano “lu paisiellu, la Matonna ti li Rieci e lu campu verde”. Il bello di quelle partite era il cerimoniale d’inizio, cioè "lu tueccu” che i due capitani facevano per avere diritto alla prima scelta dei giocatori. I due capitani erano scelti all’unanimità, perché a loro si riconosceva la maggiore bravura e la capacità di dirigere l’anarchia che regnava tra di noi ragazzi che inseguivamo la palla.
L’altra cosa bella era la varietà di colori delle magliette che ognuno di noi indossava, a cominciare da chi indossava il maglioncino buono fatto ai ferri dalla mamma, alle giacchette buone rivoltate e i pantaloni accorciati dei fratelli maggiori e i più fortunati che avevano la maglia del Lanerossi, della Spal, dell’Inter ….(il giocatore più ambito era un ragazzo che possedeva la divisa completa del Milan col numero 10 cucito sulle spalle).
Questi ricordi, indelebili, sono riaffiorati oggi, domenica 6 Marzo 2005, quando finalmente ho letto sulla Gazzetta le liste elettorali complete. Finalmente possono tacere le voci di contatti e contratti, di amicizie e di ricatti. Ora tutto è ufficiale! Avrei potuto pensare agli uomini, o ai programmi o alle scelte azzardate, invece mi è venuto in mente il ricordo delle nostre squadre di calcio che duravano un pomeriggio e cambiavano ogni domenica, tutte quelle maglie di colore diverso che correvano per fare “rete” all’avversario, se possibile, ancora più colorato.
97 giocatori in lizza: quante famiglie e quante amicizie coinvolte in questa tornata elettorale? Quanti, sicuri delle loro capacità, della loro onestà politica e della voglia di cambiamento sono entrati in questo gioco? Quanti sono rimasti fuori nonostante le loro indiscusse capacità (io ne conosco tanti …. da fare altre liste). La mia attenta considerazione va sicuramente a costoro che pur impegnandosi non sono riusciti a candidarsi e a quelli che sicuramente non saranno eletti, e a loro vorrei porre una domanda: il giorno dopo le elezioni, che farete (che faremo)?
- Si tornerà nel limbo in attesa di altre elezioni?
- Ci troveremo tutti in piazza a criticare il “nemico”?
- Ci guarderemo allo specchio per dirci “io al posto loro …”?
Vorrei avanzare una proposta: torniamo ad essere i ragazzini che indossavano magliette diverse e giocavano nella stessa squadra sognando di essere Mazzola, Rivera, Riva… e insieme senza preconcetti e “tifo a prescindere” facciamo sentire la nostra presenza, soffiamo sul collo di coloro che ci governeranno per i prossimi 5 anni, e facciamo capire che pur appartenendo a schieramenti opposti possiamo allearci per criticare costruttivamente e proporre le nostre idee e i nostri progetti agli amministratori che possono e devono dare indirizzo politico, ma nella gestione della cosa pubblica devono ascoltare la diversità delle opinioni.
Credo che questo sia il momento di cambiare il modo di far politica a Veglie, poiché, secondo me, chi vincerà non lo farà perché ha avuto la maggioranza dei consensi come prevede la legge elettorale maggioritaria ma perché ha perso la maggioranza dei consensi.
Marcello Spedicato