19 MARZO, FESTA DEL PAPA'
Dania * 19 marzo 2006 * __Chiudimi_|x|__
In tutta Italia oggi, 19
marzo – giorno
di San Giuseppe – si
è svolta la festa
del papà. Scoprire le origini di questa ricorrenza,
è tutt’altro che facile,
perché c’è chi scomoda i Cavalieri del
Lavoro di New York, chi fa capo all’americana
Smart, che nel primo novecento ha organizzato una festa speciale per il
compleanno del padre e chi preferisce, invece, far riferimento alla
distilleria
Buton, che avrebbe organizzato questa manifestazione per promuovere le
vendite
del proprio brandy. Ci sarebbe da perderci la testa, ma non ne vale la
pena,
visto che tutti concordano sul santo Patrono, e sulla squisitezza del tipico
dolce dell’occasione: le zeppole!
Poiché anche questa ricorrenza è stata sicuramente commercializzata, pur se in tono minore al confronto di altre, c’è stato un bel giro di vendite di sigarette, cravatte, dopobarba e bottiglie di liquore, nel corso degli anni! Ma è bello lo stesso che una giornata sia dedicata ai papà, questi sconosciuti...
C’è molta confusione riguardo all’importanza della figura del padre: nella normalità, ossia secondo i canoni del vivere quotidiano, lo si vuole indispensabile sostegno materiale e morale della famiglia, mentre, quando sopraggiungono difficoltà, soprattutto nel caso della separazione dei coniugi, si guarda a lui come ad una componente scomoda, della cui presenza si può fare a meno (salvo che per l’assegno di mantenimento). C’è voluta una legge, entrata in vigore giovedì scorso, 16 marzo 2006, per far sì che i padri divorziati possano condividere l'affido dei figli: prima, nella maggioranza dei casi, i minori venivano affidati alla madre. E questo si ripercuoteva sui figli, che pagavano lo scotto di ogni sentimento astioso sorto tra la coppia. S’è fatta giustizia, perché a divorziare sono i due coniugi e non i figli dai genitori. Certo, esistono dei padri indegni o comunque vacanti, così come dei casi patologici, ma quello è tutto un altro discorso.
Al di là di ogni ricerca scientifica, per comprendere quando sia importante la vicinanza del padre per una buona crescita, basterebbe osservare un figlioletto che cammina al fianco del proprio, che lo tiene per mano: tutta la sicurezza e tutto l’orgoglio, traspaiono dallo sguardo. E che dire della complicità e del felice cicaleccio, intercalato da mille “vero, papà?”, fra i due che costruiscono qualcosa insieme?
Altrettanto illuminante sarebbe l’ascolto del vuoto incolmabile rimasto nell’animo di un adulto che da piccolo ha subito la lontananza dal proprio padre.
Oggi che è la loro festa, vorremmo dire grazie a tutti quei papà che il loro compito lo hanno portato – o lo stanno portando avanti – con coscienza, facendo del loro meglio anche tra le tante difficoltà, perché il mestiere di padre è sempre difficile, e a volte persino eroico.
Ad un uomo intraprendente, serio professionista e capace di mille mestieri, è stato chiesto: “Ma tu cosa non sai fare?” Dopo una pausa, la risposta, che lasciò di stucco l’interlocutrice, fu: “Non so fare la madre, ecco cosa non so fare…” Una risposta che data da mille altri avrebbe potuto suonare banale, ma non da lui che, rimasto precocemente vedovo, ha saputo sobbarcarsi anche il compito di madre, crescendo in maniera encomiabile ben tre figli. Che dirgli se non grazie ed auguri? E Grazie ed auguri a tutti quelli come lui.
Grazie ed auguri a tutti quei papà che, con orgoglio, iniziano la loro avventura quando i figli sono ancora nel grembo materno; a tutti quelli che superata ogni personale difficoltà si sentono fortissimi e pronti a combattere mille battaglie in loro nome; a quelli che pur sapendo ancora costruire aquiloni, non vogliono essere additati ad esempio; a quelli che in ogni loro pagina od opera appongono una dedica per i figli; a quelli che stanno amorosamente vicini a figli che han bisogno di loro più di altri. Sono davvero tanti i bravi papà: Auguri infiniti a tutti!