amina lawal

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segnalato da: Dania, 29 agosto 2002 * "Liberi Pensieri"

 

AMINA LAWAL

Ci eravamo uniti anche noi, con le firme raccolte da Veglieonline, alla mobilitazione internazionale a favore di Safiya, la giovane donna nigeriana che rischiava la condanna a morte per adulterio, ed avevamo gioito alla notizia della sua assoluzione nello scorso mese di marzo.

Anche ad Amina Lawal, trent'anni, sulla quale pendeva la stessa accusa, era parso di buon auspicio il proscioglimento della sua connazionale Safiya, per questo aveva atteso il processo d'appello fiduciosa nei giudici, invece a lei è stata confermata, il diciannove agosto scorso, la "condanna a morte mediante lapidazione", come prescrive la legge islamica chiamata "sharia".

La lettura della sentenza da parte del giudice del tribunale islamico di Funtua è durata un'ora. Al termine, in quell'aula dove era regnato per tutto il tempo un perfetto silenzio, s'è elevato un grido esultante: "Allah è grande", come se quella condanna significasse la fine di tutti i mali dell'Africa intera.

Quale efferato crimine può aver commesso Amina per meritare d'essere condannata a morte, tra il giubilo del popolo (in prevalenza maschile) che trascinava il nome di Dio in quell'ingarbugliamento da uomini?

Amina Lawal, donna sola, già madre di due bambini avuti da due diversi mariti che l'hanno ripudiata entrambi dopo la nascita del proprio figlio, dando credito alle ingannevoli promesse di matrimonio, ha cercato consolazione tra le braccia di un altro uomo, macchiandosi così di adulterio.

Amina è stata condannata ad essere uccisa a sassate per un rapporto amoroso, che sarebbe potuto rimanere privato e sconosciuto a tutti se un piccolo spermatozoo, uno fra milioni, dotati della speciale forza destinata a perpetuare la vita, non fosse riuscito a raggiungere l'ovulo femminile che, nel corso di un ciclo, è fecondabile soltanto per poche ore.

Par di sognare. C'è da chiedersi se tutto questo stia accadendo ai giorni nostri, nel nostro mondo dove per diventare genitori, là dove esistono impedimenti di vario genere, si ricorre all'utero in affitto; si pratica la fecondazione artificiale, omologa   se col seme del coniuge, eterologa se con seme di uomo ignoto (donatore che ha affidato le proprie cellule seminali alla banca del seme); si pratica la fecondazione in vitro ( anche se questa sta ora litigando con la bioetica)

Si chiama in causa la religione: qual è questa religione che non conosce la pietà? L'Islam?

Senza andare alla ricerca di testi specifici, leggiamo solo un trafiletto dell'Enciclopedia Generale De Agostini alla voce "Islamismo": ...L'Islam è un monoteismo assoluto: Allah è l'unico Dio trascendente e onnipotente, clemente e misericordioso...

Ci si riferisce alle leggi: ma quale legge è così perfetta da non consentire più di un'interpretazione?

Amina è stata condannata a morte crudele per aver concepito la piccola Wasile. Le è stato concesso di vivere ancora fino al gennaio 2004: il tempo necessario per portare a termine lo svezzamento della piccola, che ora ha otto mesi. Solo per la sua bimba, per difenderla dalla triste eredità di figlia illegittima e poterle regalare un futuro migliore al suo, Amina vorrebbe continuare a vivere. Come non sentirsi solidali con questa giovane madre?

Firmeremo per la sua ultima speranza: il ricorso alla Corte Suprema. Ma intanto ci verrebbe da gridare, d'imprecare contro questa barbarie, contro le culture retrograde di tante Nazioni. E vorremmo convocare tutti i cittadini stranieri, i nigeriani, in questo caso, ospiti del nostro Paese, per dimostrare loro che in Italia cose simili non accadono, affinché tornando a casa potessero divenire ambasciatori della nostra cultura e promotori nel loro Paese di campagne sensibilizzatrici sulla condizione femminile e sul rispetto della persona umana.

E vorremmo essere...E vorremmo fare... Poi un click sul telecomando ci porta le notizie del TG e allora ci accorgiamo che non ci resta altro che pregare. Pregare per Amina, per Safiya, per tutte le madri del mondo che lottano per poter continuare a stringere fra le braccia i lori figli...  

... pregare Dio, il nostro Dio, affinché perdoni le madri che hanno gettato i loro neonati nei cassonetti dell'immondizia... O che li hanno abbandonati davanti a un portone. Qui, in questo nostro Paese, civilissimo e fulcro del Cristianesimo, religione basata sul comandamento dell'Amore: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Amerai il prossimo tuo come te stesso".

dania