BANDIERE DELLA PACE ALL'IPERCOOP!!!

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da: Claudio Penna, 04 marzo 2003 * "Liberi Pensieri"

 

Bandiere della PACE e PACE

E' stato deprimente vedere in uno scaffale dell'Ipercoop le bandiere della pace in vendita come qualsiasi altro articolo! Da lontano ho visto le bandiere della pace, mi sono detto "bella presa di posizione, questa dell'Ipercoop, inserire le bandiere della pace al suo interno...". Avvicinandomi ho dovuto ricredermi, le bandiere c'erano sì, ma in vendita con il loro bel cartellino con il prezzo. Mi è sembrato deprimente e svilente.  Ormai si appiattisce tutto; tutto è privo di emozione, di sentimento, di vitalità. Al tg si ascoltano notizie drammatiche, tragiche come si stesse guardando un film, qualcosa che non riguarda noi esseri umani, ma chissà chi... Tutte le notizie sono alla pari, hanno lo stesso valore, hanno lo stesso appiattimento.

La stessa pace è  un bene da supermercato. Si può acquistare lì la bandiera della pace così come si può acquistare un litro di buon vino o due etti di cotto!

Se ne sta parlando così tanto ma anche così poco della pace. Si sta riuscendo a mercerizzarla, a toglierle valore. Il Papa ne sta parlando tanto, ha anche chiesto che il digiuno della giornata di domani, mercoledì delle ceneri, sia dedicato alla pace. Le ceneri sono l'inizio della quaresima cristiana, un periodo di riflessione e, per i cristiani, ancora una volta l'inizio del cammino di conversione. E' stata ottima la scelta del Papa, di far dedicare alla pace il digiuno che la Chiesa chiede domani. Quale miglior cammino di conversione se non quello di una seria riflessione sul tema della pace? Quale miglior inizio se non il cambiamento radicale dei nostri modi di pensare nei riguardi della pace?

La chiesa locale forse dovrebbe dare molto più peso e più spazio a queste tematiche. La pace che noi chiediamo non è una semplice pace politica, frutto spesso di difficili equilibri di poteri e di mercanteggiamenti o di baratti vari; la pace che chiediamo è quella che vede nell'altro un proprio simile, qualcuno con cui poter seriamente dialogare, in questo tempo ed in altri tempi, quando ci fa comodo e quando ci fa meno comodo.

La pace che cerchiamo non significa proteggere Saddam o altri personaggi simili. Significa, invece, riconoscere storicamente il ruolo che abbiamo avuto e che abbiamo ancora oggi nelle attuali condizioni del nostro pianeta. Significa anche fare un salto indietro nella storia e recuperare il senso delle nostre responsabilità. Significa essere sinceri e capire cosa si vuole realmente ottenere con la guerra che Bush proclama come la sconfitta di tutti i terrorismi.
Claudio Penna