punti di vista a confronto

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da: Dania, 08 luglio 2003 * "Liberi Pensieri"

 

Punti di vista a confronto

Io, Dania, ho ottenuto un riconoscimento. Ancora non ho avuto modo di ringraziare l’Amministrazione, che gli interventi apparsi sul sito mi consiglierebbero di mettermi in fila per restituire il mal tolto e consegnarlo in mani più meritevoli.
Ma non lo farò, perché non intendo essere ingrata ed irriverente e perché deluderei coloro che si sono generosamente attivati, con le loro chiare motivazioni, per farmelo ottenere.
E devono ben essere stati convincenti per esserci riusciti!

Quello che è certo è che se avessi avuto voce in capitolo, se fossi stata interpellata, interrogata sulle persone, secondo me, meritevoli di riconoscimento, sicuramente non avrei fatto il mio nome!

Ma le cose sono andate così, per cui, per una volta, per questa volta, lasciatemi ragionare da megalomane. Quel premio, quel riconoscimento, potrei anche essermelo  meritato, se solo…

 … Io, per esempio, se mi fosse possibile far tornare indietro il tempo e ne avessi modo, un riconoscimento lo assegnerei a “nonna Cicogna”, di santa memoria, e non perché questa avesse compiuto opere straordinarie, mirabilianti, ma per il ripetersi di un   gesto tanto gentile quanto umile: finito di grattare il grana, ogni volta faceva scaldare la crosta sulla piastra della cucina economica e la offriva a me, bambina povera. Un sapore che ho sempre odiato, ma che, condito con la grazia e la gentilezza della “nonna”, riusciva a piacermi, non potete immaginare quanto! Mi commuove sempre questo pensiero.

E sì… Se mi fosse riuscito di compiere un atto simile, una sola volta, con lo stesso amore e con la stessa signorilità, sì, il riconoscimento potrebbe risultare più che meritato!

E se questo vale per me, “cittadina virtuale”, penso e desidero possa valere molto di più per i Vegliesi, riconosciuti “cittadini benemeriti”!

Poiché sono lontana da internet, mi sono rivolta ad un amico, per pregarlo di inviare a Realino Francesco Mazzotta, una persona di Veglie che stimo moltissimo, una mail con le mie felicitazioni per l’attestato di cittadino benemerito ottenuto da parte dell'Amministrazione. Buon per me che l’amico ha preferito delucidarmi piuttosto che giocarmi scherzetti. Quel riconoscimento è stato sì assegnato, ma alla memoria di un parente omonimo, maestro elementare, mancato qualche anno fa, alla bella età di novant’anni... Un benemerito cittadino di ieri!

Non ho pianto: al Professor Realino Francesco, cittadino di oggi, non mancheranno occasioni per ottenere, non uno, ma mille e altri ancora, riconoscimenti!

E neppure ho pianto per la mancata assegnazione a Don Arcangelo Martina del riconoscimento “cittadino benemerito”, nonostante il suo importante curriculum! Anche lui è tanto giovane! E avendo così bene operato, Veglie, di certo, non lo dimenticherà!

E poi, che ne sappiamo? A Don Michele Arcangelo Martina, per il nuovo cammino che lo attende, potrebbe far comodo un paio di scarpe nuove. Oppure, per la grande stima che porta per la figura di Don Tonino Bello, anziché un attestato, forse preferirebbe ricevere in dono un grembiule, perché, come diceva Monsignore[…] per l’ordinazione, le suore del paese o gli amici ci hanno regalato una cotta, una stola ricamata in oro, ma nessuno ci ha regalato un grembiule, asciugatoio. […]quando si tratta di rimboccarsi le maniche, c’è sempre un asciugatoio che manca, una brocca che è vuota d’acqua, un catino che non si trova…[…] (Don Tonino Bello –La Chiesa del grembiule-)

Tra i premi alla memoria, uno è stato assegnato ad Angelo Panarese, il fondatore della ditta Panarese. Con quali impianti avrà quest’uomo di ieri iniziato la sua attività? Quanti camion, gru, bitumiere, ruspe, escavatori? Con quali agevolazioni, comunali, regionali, statali? Non mi è dato sapere. Se è vero che nonno Cosimino, cinquanta anni fa, esercitava la professione di “Lu trainiere”,  mi vien da immaginare che Angelo Panarese abbia iniziato con una carriola, quattro pale e tanto coraggio e buona volontà.  Decidiamo insieme, allora, se questa persona se lo sia meritato, o meno, un riconoscimento!

E’ vero, la ditta Panarese ha avuto il torto di trovarsi proprio là dove, guarda caso, deve passare la circonvallazione.  Certo che il signor Angelo avrebbe dovuto prevederlo! In che anno è sorta la ditta Panarese?

Ci sono azioni legali in corso, è risaputo.  Ma non esiste che una ditta in attività non abbia il diritto di difendere la propria sede e i propri interessi.

Certo, il bene comunitario prima di tutto. Lo pensavo pure io, ma poi qualcuno ha prospettato di costruire una pubblica discarica ad un passo da casa mia, e questo ha fatto mutare il mio punto di vista!

Ancora una cosa, sulla coerenza, stavolta. Quella mia.

Per grazia ricevuta, ho avuto modo di ammirare bellissime immagini de’ Il Convento dei Francescani. Mi pare che nessuno abbia avuto da ridire sull’opera di recupero e restauro di questo gioiello Vegliese.  Però si è parlato dei “reali artefici della ristrutturazione”, cioè “Quelli” della precedente Amministrazione. 

Ricordo d’aver scritto qualcosa come “Sempre ad incolpare la precedente Amministrazione, non si cambia per andare meglio?” Quando si trattava di discutere su un’opera che non è riuscita ad ottenere gradimento estetico, cioè del “cubo” di Largo San Vito.

Se è nostro dovere criticare un’opera non ben riuscita e chiedere che vengano apportate delle migliorie, è anche giusto applaudire, senza riserve, là dove i risultati sono ottimali.

Se poi nella fase degli inviti vi sono state delle mancanze o delle sgarberie nei confronti di singole persone, mi dispiace per davvero. Ma è tutto un altro discorso!                        

 Dania