tOrnera' mai il natale d'una volta?

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da: Dania, dicembre 2003 * "Liberi Pensieri"

 

Tornerà mai il Natale d'una volta?

 

Ogni anno, trascorsa la ricorrenza dei defunti, il pensiero si rivolge alle festività natalizie e ogni volta si rinnova la gara a chi arriva prima a ricordare, con rammarico e nostalgia, che non c'è più il Natale di una volta, perché oramai tutto s'è trasformato in una baraonda consumistica, in una occasione unica di affare economico: la tredicesima; i dolci tipici; i frenetici giri tra i negozi per l'acquisto dei regali;  i saldi; la settimana bianca o la vacanza a Santo Domingo. 

Stavolta, dopo aver pronunciato il solito: "sì, è proprio vero"  ho preso a pensare ai vari Natali trascorsi, a ragionarci su un momento ed uno strano "ma dove; ma quando?" ha cominciato a frullarmi in testa! Qual è quello spirito natalizio di "una volta", che tutti agogniamo? A quali anni si dovrebbe guardare?

"Sursum corda" (in alto i cuori)

L'atmosfera natalizia: che poesia, che incanto! Quale invito alla serenità e alla pace! La solenne messa di mezzanotte, la musica, i canti: del tutto superfluo il "sursum corda" del sacerdote, perché i cuori erano già tutti in alto, ad accogliere il Bambinello che scendeva dalle stelle! Poi fuori dalla chiesa l'aria sferzante, i brividi di freddo, il passo affrettato verso casa, verso  il tepore della cucina, dove era stato lasciato ad ardere, in lenta combustione, il ceppo natalizio! Che bello quando le tappe di questo programma rispondevano alle regole! Ma non sempre le cose andavano così. Spesso a casa aspettava non il tepore, ma un mucchietto di cenere inzaccherata sotto a un legno fradicio e  il freddo più assoluto, unito ad una  atmosfera gelida che attanagliava l'anima. Il "sursum corda", allora, pareva non aver più significato, perché la gioia si spegneva come il ceppo e il cuore s'inabissava nella tristezza più nera.

(Chi cova odio o risentimento non può sopportare di vedere gli altri felici: il suo astio acuisce nelle ricorrenze che invitano alla serenità!)

Di certo non può essere  questo lo spirito natalizio di cui si prova nostalgia! 

"Che cosa ti porta il Bambino?"

Una domanda pregna di profonda fede cristiana, questa! Il Natale s'avvicinava e, al mio paese, grandi e piccini, nella certezza che Gesù sarebbe arrivato, vivevano in trepida attesa. In chiesa, certo, si parlava dell'arrivo del Redentore; si effettuava la raccolta degli indumenti usati, (consunti e a volte indecenti) per i poveri; si ponevano le monetine nel salvadanaio di cartoncino variopinto, distribuito pro-missioni. Ma questa non era che una parentesi. Era fuori che maggiormente aleggiava aria di festa e si attendeva il dispensatore, non di grazie, ma di regali.

E arrivava un Gesù ingiusto, generoso coi ricchi e tremendamente avaro, se non completamente dimentico dei  poveri.

Vigeva poi una singolare, quanto tremenda, consuetudine: con l'Epifania Gesù faceva un'altra capatina, per riprendersi i regali, stavolta! (molte mamme li avrebbero impacchettati di nascosto e riposti lontano dalle mani distruttive dei figlioletti) Così, agli occhi di tanti piccoli, quel Gesù ingiusto diveniva un Gesù giustiziere, pronto a castigare per chissà mai quali mancanze!

I tanti bei giocattoli, che sparivano dalla circolazione, sarebbero ricomparsi il Natale successivo: facendo finta di niente, come se fossero nuovi, li avrebbe distribuiti nuovamente quel Gesù che l'anno precedente aveva, prima elargito, e poi tolto!

Quale Gesù ingiusto, giustiziere e imbroglione, gli adulti presentavano ai bambini!

"Che cosa ti porta il Bambino?" La stessa domanda veniva rivolta alle giovani fidanzate, che aspettavano con ansia il Santo Natale.  Sarebbe arrivato per loro un "Bambino", consistente in un regalo prezioso, impacchettato dalle mani del fidanzato e avrebbe dovuto corrispondere alle aspettative: pena la restituzione, il bisticcio o anche la rottura della promessa. Se andava di moda il braccialetto a cerchietti con appesa un'aurea sterlina, non c'era scappatoia: nessun  altro ciondolo o monile avrebbe potuto sostituirla. Sterlina s'era chiesta, sterlina doveva arrivare! Sennò, che Bambino sarebbe stato?

Non ci siamo. Ancora non abbiamo ritrovato lo spirito giusto!

Tu scendi dalle stelle…

Il presepio…La neve, il gelo, la capanna, la stella cometa, i pastori con le pecorelle, il bue e l'asinello, Maria e Giuseppe, trepidi genitori… e l'incanto dei bambini coi loro occhi sgranati verso  la mangiatoia che, vuota il giorno prima, ora accoglieva Gesù Bambino…

I ragazzini chiusi nel segreto delle loro camere o nei cantucci più remoti della casa, divenuti  per l'occasione delle vere botteghe artigianali, dalle quali esalava odore di plastilina, di colla o di acquerello, in cui si percepiva un frenetico movimento che si bloccava al minimo rumore di passi dall'esterno… Dalle piccole mani prendevano forma statue, cuoricini, quadretti: tutti regali che il giorno di Natale i ragazzini avrebbero distribuito, con gli occhi colmi  di serenità e di gioia, luccicanti come stelle!…

La letterina di Natale, compilata con l'aiuto delle maestre, in un corsivo ancora incerto, con mille promesse e altrettante dimostrazioni di affetto, da infilare, con grande emozione, sotto il piatto dei genitori. E l'ansiosa e complice attesa della lettura…

La poesia o la piccola recita, ripetuta tante volte a scuola, fino a saperla declamare con sicurezza,  davanti al presepe o in piedi sulla sedia, di fronte ai genitori e agli ospiti… "E' arrivato il Natale! Lo aspettavo da un pezzo […]!"

Momenti veramente magici, dove il desiderio di volersi bene e di rendersi tutti un pochino più buoni prendeva davvero corpo.

In famiglia, come non coinvolgere e riunire in questa atmosfera di pace nonni, zii e cuginetti? Come non rivolgere il pensiero ai vicini e ai lontani, che si sapevano soli o  meno fortunati?

Le cucine, o sale da pranzo, si facevano affollate, si raggruppavano tavoli e racimolavano sedie per far posto a tutti. I cibi portati a tavola e consumati in allegria, assumevano un particolare sapore di casa e di festa, che  nessun ristorante avrebbe eguagliato mai.

I giochi di società, a cui partecipavano proprio tutti, dai piccini ai nonni,  contribuivano a completare in bellezza la giornata festiva…

Forse ci siamo. Natale, festa dei bambini. Forse è proprio questo lo spirito che ognuno ricorda con nostalgia. Non ci è precluso: potremo riviverlo ogni anno, se sapremo richiamare dal nostro profondo un barlume dell'antica  innocenza.

(Se poi riusciremo ad individuare i presepi viventi vicini a noi, dove pure si posa la cometa per indirizzare i nostri cuori, potremo fare ancora meglio!)

Diversamente, per quanto indaffarati, non potremo che costruire dei ricchi, quanto insoddisfacenti surrogati,  per ritrovarci eternamente a discutere sul perché e a chi abbiamo permesso di  rubarci il Natale!

dania