E se non avesse vinto neanche l'On. Berlusconi?

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di: Nicola Gennachi, del 20 maggio 2001

Era da un po’ di tempo che a Veglie non si notava un confronto civile fra idee e punti di vista personali. E’ anche questo un modo per meglio conoscere la nostra piccola realtà e partecipare al processo di integrazione globale, senza  la paura di vedere sublimata la propria identità.

Una piccola parentesi per chiarire una insopprimibile regola di questo nuovo gioco del confronto on line: EVITIAMO  LA POLEMICA  E  I PERSONALISMI , ma continuiamo a esprimere quanto pensiamo e ciò in cui crediamo senza ostile contrapposizione  ma con la convinzione che le mie idee servono ad arricchire chi mi legge  e che troverò qualcuno, per parafrasare un noto aforisma, che pur non condividendo le mie idee, lotterà insieme a me affinché non vengano soppresse: è il civile e democratico principio della libertà di pensiero. In poche parole: cerchiamo di non far salire il livello del tono polemico.

E’ Politica anche questa, e forse della migliore.

In passato, per qualche settimana dopo una tornata elettorale, gli spazi dei media venivano occupati dalle più strampalate analisi e noi, che avevamo espresso il voto, dovevamo subire passivamente tutto quello che veniva detto. Oggi grazie a questo strumento on line ci viene data la possibilità di dire la nostra e leggere quella degli altri e magari organizzare anche un forum.

A proposito delle ultime elezioni il mio punto di vista è presto detto.

Io non penso che abbia vinto Berlusconi  e perso Rutelli. Io penso che abbiano vinto gli elettori italiani, io penso che questo sia da considerare un voto di un elettorato che ha finalmente manifestato la sua maturità. Visto che col sistema proporzionale, più o meno puro, non era possibile avere una maggioranza parlamentare capace di governare con efficienza, con questo tipo di voto l’elettorato ha sentenziato con chiarezza che tipo di maggioranza ritiene utile in questo momento.  Ha vinto un elettorato che è riuscito a superare la paura che, negli anni della storia repubblicana, era stata usata come “arma segreta” di chi era al governo.   Ha vinto un elettorato che è pronto, e lo era già da anni, a scegliere quello che sembra il programma migliore. Questo, penso, che nel proprio inconscio, gli elettori abbiano scelto:non l’uomo, non l’immagine, che certamente ha avuto il suo peso, ma il programma.  Non penso che gli italiani abbiano scoperto la forza del culto dell’immagine;non penso che si siano convinti che un uomo da solo possa cambiare l’Italia. Non ci credo, Non credo che gli italiani, piazzaioli e contestatori (non dimentichiamo che queste doti ci appartengono) permetteranno ad un uomo solo di stravolgere l’Italia senza il loro consenso quotidiano.

Anni fa il governo Berlusconi, a causa di una incapacità a leggere i bisogni reali della gente, lo mandarono  a  casa non già l’opposizione parlamentare ma le manifestazioni di piazza “a raffica” che si susseguirono durante il periodo del suo primo governo.

In conclusione:  Berlusconi ha avuto il mandato per governare l’Italia non certamente quello di “comandare” gli italiani. Di questo la destra ne è a conoscenza e se non ha imparato ancora a governare lo dovrà fare molto velocemente. Si può comandare in una azienda non penso che si possa comandare in Italia.

Potrei dire altro ma mi fermo qui. Ci sono abbastanza provocazione in ciò che  ho detto.

Gennachi Nicola