A PROPOSITO DEL CONSORZIO DI BONIFICA DELL’ARNEO

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di: Nicola Gennachi, 10 dicembre 2001

L’impressione personale, sulla  onestà   e sulla efficacia operativa del Consorzio di Bonifica per l’Arneo,  non è delle migliori lasciandomi perplesso, nella mia ignoranza, sull’intelligente operato di questo ente.

Ho provato a interpretare, sempre accompagnato dalla mia ignoranza, alcune parti del “ PIANO DI CLASSIFICAZIONE PER IL RIPARTO DELLE SPESE CONSORTILI”   ed ho scoperto che io, proprietario di un immobile nel centro storico di Veglie (Largo S. Vito), pago un tributo di circa 34.000 lire annue per un danno che non subisco, grazie all’operato di questo provvidenziale ENTE. Nessun’invenzione fu più provvidenziale o diabolica? di questa. Immaginiamo un po’ uno Stato che mi tassa a causa delle malattie che io non riesce a   prendermi, cioè a causa delle mie buone condizioni di salute: è demenziale per certi aspetti è prevenzione per altri!!!!!???

Allora se questo Ente ha funzioni di prevenire danni all’ambiente e alle persone, a me sta benissimo, anzi siamo già proiettati nel futuro; ma se tutto questo mira a mascherare interessi di parte o non so quali alchimie politiche, allora bisogna alzare civilmente ogni forma di protesta legittima affinché tutto rientri tra gli spazi del “normale” vivere civile.

Dimenticavo di dire che nel 1986, l’8 i ottobre per la precisione, a causa di interventi irrazionali e barbari sulla rete di canali  di scolo delle acque piovane nei nel territorio di VVeglie e dintorni, la mia abitazione, come altre di miei concittadini, ha subito dei danni a causa di un allegamento. Calamità naturale? Così dicono!  Ma io interventi atti a contenere certe calamità nel mio territorio, da parte di certi enti,  non ne vedo.

  Continuerò a pagare il tributo: così vuole la legge scelta, votata dai miei rappresentanti.

E a proposito dei giovani della sinistra o di alleanza nazionale avrei da dire questo: voi che vi interessate di politica, o pseudolitica? come ci si comporta nel mio caso? Chiedo lumi.

Io, dal canto mio, son qui a fare politica non con le parole o gli ululati del branco, ma in prima persona, con l'operato e, se c'è ne fosse bisogno, con quel silenzio civile che tante riforme e rivoluzioni ha attuato. Anacronistico? Anche in questo la storia darà la sua sentenza.

Nicola Gennachi

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