lettera per non dimenticare

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da: De Pascalis Cosimo, 29 gennaio 2003 * "Liberi Pensieri"

 

Brescello,18/01/03
Lettera per non dimenticare

Carissimi miei compaesani,

sono dispiaciuto di quanto è accaduto nel nostro piccolo e caro paese. Piccolo perché quando sono andato via per motivi di lavoro era tale. Caro  perché quando mi sono allontanato ho lasciato tutto quello che mi era più caro, famiglia parenti e amici.
Con me ho portato la  rabbia di non aver avuto la forza di restare per combattere  i problemi che  in quegli anni affliggevamo noi ragazzi usciti indenni dagli anni ’70.

Sono arrabbiato perché solo adesso dopo la morte del nostro caro maestro e compagno Eugenio Carrozzo, scopriamo che se ne è andata un’altra fetta della nostra storia vegliese. Penso che più di una pagina si è cancellata. Pagine scritte dalle lotte e incomprensioni politiche e culturali, che hanno portato amici dietro barricate diverse e poi ad un allontanamento della nostra cultura contadina.

Con la morte  Eugenio  lascia un vuoto nella gente e compagni di partito e amici che con le  lotte contadine degli anni 50 (esproprio di ”Arneo”) hanno avuto l’opportunità di conoscerlo e stargli vicino in quei momenti tragici dove uomini donne e perfino bambini  fecero scudo per difendere un pezzo di terra contro la carica della celere del Ministro Scelba.
Si potrebbe continuare ancora a lungo, ma penso che sia ormai troppo tardi elogiare, o scavare nel passato per ricordare quanto eccezionale era quell’uomo.
Mio padre (Fiovo) mi dice sempre: “il rispetto della persona va fatta in Vita, non da morto perché da morto non ti vede, e non ti sente. Ecco dove per l’ennesima volta noi abbiamo sbagliato ricordare solo con la morte quanto gli “anziani” sono stati importanti per noi che veniamo da una  cultura popolare e Contadina.

Ora spero che dopo questi errori che in molti abbiamo riconosciuto diano la forza a noi ragazzi ormai ”cinquantenni“ di mantenere alto il valore della nostra cara aspra terra, e ricordare tutti i nostri vecchi che se ne sono andati, e soprattutto rispettare i pochi che sono rimasti, per far sì che non vengano cancellati i ricordi e valori e la storia che con rispetto e discrezione ci hanno lasciato i grandi di quel tempo.

Un ultimo saluto faccio al maestro e compagno Eugenio Carrozzo con un filo di sorriso nel cuore non ti dimenticheremo.
De Pascalis Cosimo