PICCOLA DELIZIOSA MARTINA ADDIO, ANZI ARRIVEDERCI

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da: don Arcangelo Martina, 30 ottobre 2001 * "Liberi pensieri"

IL 2 NOVEMBRE 2001 RICORRE IL 1° ANNIVERSARIO DALLA MORTE DI MARTINA CIRFEDA. LA RICORDIAMO CON VIVO AFFETTO RIPROPONENDO L’OMELIA DI DON ARCANGELO ALLA MESSA ESEQUIALE DEL 4 NOVEMBRE 2000

Questa carissima bambina, Martina Cirfeda, era nata il 5 marzo1993. Muore a soli otto anni e mezzo, nel pomeriggio del 2 novembre 2000, nel giorno della Commemorazione di tutti i defunti (la Pasqua liturgica dei fedeli).

 Abitava a Veglie nei pressi della bellissima antica Chiesetta della Madonna dei Greci. All’età di due anni e mezzo fu colpita da leucemia mieloide cronica giovanile e perciò fu sottoposta al trapianto di midollo osseo presso il Policlinico S. Matteo di Pavia (3-2-1995). L’intervento riuscì benissimo; infatti, la piccola Martina non era più malata di leucemia; guarì da essa nel giro di un anno; però a causa delle terapie, cui era stata sottoposta durante la fase operatoria, subì la bronchiolite ostruttiva che le fece perdere la funzionalità di un polmone. Perciò da quel momento Martina fu costretta ad usare un respiratore elettronico e a ricorrere a diversi farmaci.

Nonostante la situazione davvero dura e inenarrabile, Martina era una bambina piena di vita; intelligentissima, deliziosa, superattiva, padrona della sua condizione…Una catechista, tra l’altro, ha scritto: “Vive in casa legata ad un respiratore artificiale che non le permette di alzarsi, giocare, correre come tutti gli altri bambini della sua età; ma a lei questo sembra non dispiacere: è talmente serena, tranquilla, piena di vita quasi da non soffrire della sua condizione particolare. Forse è stato proprio questo che ci ha fatto riflettere. Come può una bambina in questa situazione essere così gioiosa, piena d’amore e trasmettere amore? Così pian piano ci siamo avvicinati con molta cautela e discrezione, timorosi di invadere la sua privacy. Questo solo le primissime volte, perché presto ci siamo resi conti che Martina aspettava con entusiasmo le nostre visite, lei cercava amici, non solo giocattoli, per condividere le sue lunghe giornate di solitudine. Così attorno a lei si sono formati cerchi concentrici di bambini, giovani, adulti… Ella è una vera testimone di Gesù in mezzo a noi. Tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di incontrare Martina, abbiamo imparato ad accogliere e condividere la condizione del prossimo e contemporaneamente di crescere nella comprensione degli altri e di noi stessi. Abbiamo maturato atteggiamenti di gratuità, di dono, di fraternità, cercando di liberarci di ogni fardello egoistico…”

 E la tua maestra elementare a domicilio, in una lettera, dice: “Non fu difficile comprenderti, nonostante la voce distorta dalla mascherina (o “bi-bap” come tu la chiami) che ti permette di respirare. Mi accettasti subito, senza remore, contenta e fiduciosa circa il cammino che avremmo insieme intrapreso. L’incontro con te, Martina, l’esperienza che quotidianamente viviamo, mi ha insegnato e dato tanto. La dignità con cui porti la tua croce, bambina innocente, mi ha portato ad interrogarmi sul modo di guardare il mondo, di intendere la vita. In un contesto, come quello odierno, dove ogni sforzo, ogni impegno è orientato ad un vuoto protagonismo, alla ricerca di ciò che effimero, tu sei lo specchio in cui ritrovarsi e capire. Ogni ansia, frustrazione, inquietudine diventano, allora, nulla rispetto alla tua sofferenza. Essa è appello muto per un rispetto della vita, della sua qualità, dei valori per i quali vale la pena che sia vissuta fino in fondo”.

E soprattutto tu, piccola dolce Martina, quante volte ci hai confidato: “Anche se sono una bambina ammalata, costretta  a letto, non mi annoio, gioco con le bamboline e i pupazzetti, disegno, coloro scrivo, ritaglio figure di carta, ricevo a casa le lezioni scolastiche, con la mia maestra imparo tante cose, mi piacciono moltissimo i bambini che vengono a giocare e cantare con me e sono contenta se venite a trovarmi”

Diverse persone hanno avuto paura d’incontrarti, di confrontarsi con te. Forse esse hanno finto di vivere… forse non vivono! Mentre venivamo in corteo qui in chiesa, per la via c’erano tante persone, piccoli e grandi, che volevano vederti, ma ormai è troppo tardi! Il tuo gracile corpo rivestito di bianco splendente è senza vita. Ora chi ti vuol conoscere deve entrare in un’altra dimensione.

 Nella vita non si può sfuggire alla sofferenza. Il calvario di Cristo in questo è supremo insegnamento. Non sanno che occasione si sono persa! Tu che ogni domenica hai fatto la Comunione in casa, la vita l’hai assorbita sino al midollo e non hai rifiutato di affrontare la salita del Calvario! Come Gesù nell’ora della Croce sei rimasta sino all’ultimo respiro signora della tua vita. Mai la rassegnazione, né la disperazione hanno potuto entrare nel tuo cuore. La comunità cristiana con te perde una delle pagine viventi più belle del Vangelo della Speranza e della lotta contro la sofferenza.

Per tutta la tua breve esistenza sei stata letteralmente inchiodata al letto, non hai potuto muoverti, conoscere la realtà… Eppure hai conosciuto di più tu di noi la vita e il mondo! Si, perché noi tutti spesso galleggiamo nella vita Quasi recitiamo l’esistenza. Ma la vita è ben altro. Dalla tua postazione particolare, tu, Martina, hai assaporato la vera vita. Nessuno, compresi gli esperti, avrebbero giurato che la tua esperienza sarebbe stata così speciale e prodigiosa.

Non è tanto per dire una frase stereotipata di circostanza, ma ci mancherai da morire! A papà, a mamma, al tuo fratellino Stefano, alle nonne… a tutti noi che abbiamo vissuto con te la fraternità e la dolcezza della condivisione lasci un vuoto incolmabile. Con profonda tristezza e immenso dolore ti diciamo addio, anzi arrivederci piccola deliziosa Martina. Si, arrivederci in Paradiso! 

Don Mich. Arcangelo Martina