Per non dimenticare

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da: Abria, 5 maggio 2002 * "Liberi Pensieri"

 

PER NON DIMENTICARE !

Da una parte un piccolo crocifisso stretto, accarezzato e quasi coccolato, dall’altra gli occhi che guardano fissi la giuria, invocando giustizia.

Si "respiravano" due diversi stati d’animo, venerdì 3.05.2002, nell’aula di Corte d’Assise dove si è celebrato l’ultimo atto del primo processo per la strage della Grottella.

Alle 18.00 circa è stata letta la sentenza, quella che tutti si aspettavano e che ci permette di credere ancora nella giustizia

Il processo è durato poco più di un anno, sono stati sentiti oltre cento testimoni, eppure se non ci fosse stato Di Emidio, oggi, forse, quel crocifisso avrebbe svolto a pieno titolo il compito per cui veniva invocato.

Invece no, quel crocifisso non le ha volute ascoltare le preghiere della madre di uno degli imputati, ha voluto condannarli alla morte civile, così come ha definito l’ergastolo uno degli avvocati difensori dei due sardi.

Ma Luigi, Raffaele, Rodolfo, chi lo va a dire alle vostre famiglie che la morte civile è uguale a quella che loro hanno dovuto affrontare di colpo quella mattina del 6 dicembre?

Chi gli dice che se c’è una morte civile, quella vera, che loro hanno vissuto sulla loro pelle, non ti permette più di parlare, camminare, di tornare?

I due sardi, "morti civili", hanno ancora una vita, hanno la speranza di poter uscire dal carcere, hanno la possibilità di abbracciare i loro familiari.

Quel crocifisso, forse ieri, rinnegato e sconfessato nei momenti di dolore e disperazione, oggi ha deciso di ascoltare i vostri familiari.

Oggi ha deciso di stare con loro, con voi, come tutti noi, perché voi siete morti per davvero, perché voi non avete avuto l’opportunità di scegliere.

I vostri carnefici hanno avuto un processo, voi siete stati condannati a morte e basta! Loro avranno un giudizio d’appello, voi no! Loro oggi erano lì, imperterriti, gelidi ad ascoltare la loro condanna, morti civili, ma vivi.

Voi la vostra condanna l’avete avuta quel 6 dicembre. Eravate "colpevoli" di essere dei vigilantes, "colpevoli" di avere a disposizione tutti quei soldi, "colpevoli" di incappare in bestie che non hanno avuto scrupoli a farvi saltare in aria!

Oggi quel Crocifisso vi ha dato quella rivalsa che già i monumenti e le medaglie al valore civile vi avevano consegnato.

Oggi quel Crocifisso, rappresentava tutti noi. Aveva pietà di quella madre che piangeva, in una ferma compostezza, la morte civile del figlio, ma aveva più pietà ancora di chi sta piangendo i suoi cari da due anni e chissà per quanto tempo ancora.

E’ finito il primo atto. Il prossimo sarà quello in cui vedrete condannare chi ha avuto la forza di uccidervi ma non quella di sopportare il carcere, chi vi ha trattato come merce di scambio, chi a quel Crocifisso deve ancora rendere conto!
ABRIA