L'assassino è nelle nostra case

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da: Alessandra Lezzi, 23 febbraio 2002 * "Liberi Pensieri"

 

L'ASSASSINO E' NELLE NOSTRE CASE

Come ogni giorno, anche oggi la accenderemo, ci terrà compagnia per qualche ora, illuminerà la stanza, coprirà in alcuni momenti le nostre voci, farà lacrimare per alcuni secondi i nostri occhi immobilizzati, attirerà probabilmente la nostra attenzione distogliendoci dagli impegni perché qualcosa di "grave" succederà...deve succedere per forza perché dobbiamo vivere la nostra dose quotidiana di emozioni forti giustificata dall'esigenza di sapere cosa succede nel mondo. Il nostro dovere di informazione sarà osservato, il nostro diritto rispettato, la nostra sete appagata!

Si è già detto tanto sulla televisione, sul suo potere distruttivo o costruttivo, sulla pochezza della maggior parte dei programmi...eppure sopravvive, sopravvive nel parlare di sé e nelle nostre abitudini quotidiane. E' inutile ricordare che condiziona i nostri gusti, le nostre abitudini, le nostre idee....anzi costruisce le nostre idee e nello stesso tempo le demolisce a distanza di poco tempo!

Qualcuno mi ha fatto notare che alcuni programmi pomeridiani che vengono trasmessi proprio quando la famiglia si riunisce a tavola (forse l'unico momento in cui la famiglia si riunisce in quanto tale!) servono a far confrontare genitori e figli su argomenti di interesse comune. Ergo l'utilità della televisione con il suo potere di avvicinare generazioni diverse per farle parlare....per farle parlare? Per farle discutere? Siete sicuri? Quelle poche volte che ho cercato di vedere per più di due minuti certe trasmissioni ho sentito solo URLARE! E' comunicazione questa?

Credo che lo scontro generazionale sia utile, indispensabile...anzi mi meraviglio che molti miei coetanei non ne sentano l'esigenza e si limitino a replicare miseramente il vissuto dei loro genitori, ma credo anche che prima dello scontro ci debba essere il confronto ed il confronto è qualcosa che nasce e cresce pietra su pietra, mosso dalle esigenze personali e più intime di ognuno di noi e non dal grido di una ragazzina che reclama in tv un'ora in più di libera uscita solo per essere protagonista assoluta per un'ora della sua vita, vittima incosciente di un sistema volgare e  meschino che amplifica le emozioni più semplici, le esigenze più scontate, vendendole ad un pubblico assetato di grida e sentenze, un  pubblico che cerca conferme e che non conosce il dubbio e la riflessione.

Lo stesso pubblico segue con attenzione i dibattiti di un Maurizio Costanzo Show impegnato a trovare, con l'aiuto di esperti di ogni genere, la ragione più profonda che ha spinto una ragazzina di Novi Ligure ad uccidere la madre e il fratellino.

Fra qualche giorno assisteremo all'uccisione di un bambino ad opera della madre, poi a quella di un'anziana donna ad opera dell'ormai maturo figlio esasperato dalle estenuanti cure che deve prestare all'anziana donna, poi ci sarà qualche sorella che ucciderà il fratello con cui ha avuto rapporti incestuosi e qualche nonna che non ne potrà più di vedere i Pokemon perché vengono trasmessi nello stesso orario di Cento vetrine ed ucciderà il nipotino a sua volta vittima di sevizie e violenze sessuali da parte dello zio ammogliato e con figli coetanei del ragazzino! Cinismo? (concedetemelo!) Pura fantasia?.....realtà latente, realtà prodotta da quella televisione che il dott. Costanzo sostiene attraverso i programmi della moglie in cui genitori e figli si "scannano" per un orecchino di troppo  o si commuovono perché non si vedono da trent'anni! Ma insomma...perché ci vogliono far credere che siano questi i rapporti umani? Perché  ci costringono a riflettere sull'assurdità dell' assassinio fra familiari quando in realtà il vero assassino è quel mondo dell'informazione e dello spettacolo che vende illusioni e violenza, stupidità e superficialità, commozione in saldo e applausi pilotati.

Non mi interessa sapere dei cinquemila morti causati da un alluvione o da un terremoto, posso risolvere il giallo di Cogne o quello di Novi Ligure solo con la mia curiosità? Non voglio sentir parlare di stragi, attentati, assassinii mentre mi riunisco con mia madre e mio padre intorno ad un piatto cucinato con amore. Cosa posso fare io? E' come se la nostra vita dovesse passare a tutti i costi in secondo piano per dare spazio ai problemi o ai successi degli altri...è la globalizzazione dei sentimenti!  Perché questo dovere di essere informati sulle tragedie? Perché mai un'edizione straordinaria della nostra vita? Sono convinta che se i telegiornali, se un numero maggiore di programmi televisivi trasmettessero immagini positive, raccontassero i successi della gente comune, ci spiegassero veramente come fare del bene alle popolazioni martoriate dalla fame e dalla povertà, ci sarebbero meno morti, meno frustrazioni, meno violenza nelle nostre case.

 Credo che il bene sia un'eco di energia che viaggia attraverso i nostri pensieri e i nostri sentimenti per arrivare alle nostre azioni contagiando tutto ciò che incontra. L'amore è generativo di vita, la morte richiama la morte!

Siamo quello che vediamo.

C'è chi si scandalizza per un matricidio e poi non riesce ad abbracciare la propria madre; c'è chi condanna la fame nel mondo e non sa che esiste un commercio equo e solidale basato sull'acquisto intelligente dei prodotti che va ad aiutare i contadini poveri dei sud del mondo e che garantirebbe una vita dignitosa a tutti; c'è chi dichiara di amare Dio e di onorarlo recandosi costantemente nei luoghi di culto e non rispetta gli animali, anch'esse creature di Dio o l'ambiente che ci accoglie tutti.....

Ciò che mi scandalizza e mi preoccupa è la fruizione passiva dell'informazione e dello spettacolo televisivo, la fruizione passiva delle ore di vita che ci sono state assegnate. Prendiamo ogni tanto il  telecomando e cambiamo il nostro punto di osservazione....forse la vera rivoluzione del duemila è questa!

ALESSANDRA LEZZI