DUE DOMANDE AL DOTT. GENNACHI
A. Calcagnile * 12 febbraio 2005 * __Chiudimi_|x|__
Siccome
la tua filippica del 27/1 non mi pare del tutto disinteressata, e visto
che sembri molto addentro ai segreti pensieri di chi da parecchi anni ha preso a
cuore le sorti di noi poveri paesani sprovveduti, se permetti, volevo farti due domande , di cui una ha bisogno di una piccola premessa.
Cinque
anni fa il “salvatore della patria” è stato prima abbandonato dai suoi
discepoli e poi ha perso le elezioni amministrative
alla grande, pur non avendo altri
rivali al ruolo di grande
condottiero; alle ultime provinciali alla domanda diretta “a chi
affideresti il
futuro della tua terra?” s’è capito, definitivamente, che i Vegliesi
non solo
non gli affiderebbero la terra, ma nemmeno il priorato di una delle due
Confraternite;
e vengo alla prima domanda: quante consultazioni elettorali deve
perdere
l’INCOMPRESO perché si convinca a portare la democrazia in un altro
comune che
non sia più Veglie?
Caro
dott.GENNACHI è proprio la mancanza di democrazia nei luoghi che tu ti
sei
messo, con tanta foga, a frequentare, che non ha permesso il ricambio e che ha
lasciato i perdenti, imperturbabili, al
loro posto.
E
ora vengo alla seconda domanda, diretta, senza enigmi o metafore di chi
come te
vuole dire tutto e il suo contrario. Stai
con Vendola o con Fitto?
Antonio
Calcagnile