E SE RISCOPRISSIMO LA POLITICA...
G. Caputo * 26 luglio * (politica)* Caratteri grandi-medi-normali * Accessibilità
Anche E se riscoprissimo la politica
Avendo dedicato parte della propria esistenza coinvolto dalla passione per la
politica, vissuta come strumento di comprensione della complessità e dei
conflitti, che regolano la gestione dei rapporti tra le persone, determinando il
corso della storia, uno ritiene di poter fare una proposta, affinché la sua
parte possa, attraverso un progetto e un percorso, elaborati con il concorso di
tutti, divenire maggioranza. Costui pensa che dalle sue riflessioni possano
scaturire contestazioni, idee, bozze di programmi, una progettualità diffusa in
grado di avviare un cammino difficile, articolato, complesso, ma comunque un
cammino in grado di elaborare un’idea di sviluppo di paese condivisa. Poi ci si
sarebbe presentati dinanzi ai cittadini con una classe dirigente capace di
attuare la proposta elaborata. Fatta la dovuta analisi dei fallimenti di altri
percorsi, anche per responsabilità dello scrivente, ma non solo, il nostro
Geppetto si rimbocca le maniche e all’interno di uno spazio neutro, come il Web,
propone di costruire tutti insieme la casa comune del centrosinistra. Chiede di
iniziare questo percorso, sotterrando le asce di guerra e tralasciando i ruoli
di maggioranza e opposizione in vista delle prossime elezioni politiche, della
primavera 2006. A tale richiesta una parte del centrosinistra, quella
interessata alle sorti della maggioranza, preferisce declinare l’invito;
l’altra, in maniera incomprensibile, recupera i materassi, sfodera i Kalashnikov
e, come nella migliore tradizione della storia della sinistra, da inizio alla
zuffa.
A chi possa giovare l’esasperazione dei toni del confronto non è facile
intuirlo; a quale fine miri l’offesa e la delegittimazione dell’interlocutore
rimane un arcano freudiano, difficilmente interpretabile con le categorie della
politica. Tutti disponibili all’unità, ma tutti esacerbati, rancorosi, ostinati,
sanguigni, puntigliosi a tratti astiosi e vendicativi. Verità assolute e
personali letture di chiarimenti diventano i contenuti del dibattito, premesse
imprescindibili per comprendere le cause e le responsabilità del fallimento. Il
dialogo, prerequisito necessario all’unità, parte male. L’unico mezzo per
parlarsi nel centrosinistra sembra debba passare attraverso l’umiliazione e
l’offesa dell’interlocutore, l’identificazione e la cacciata dell’untore, in
quanto responsabile della mancata unità e quindi della sconfitta. Con queste
premesse a Veglie, il centrosinistra sarà sconfitto per i prossimi 370 anni.
Allora proporrei, non un calendario da imporre a qualcuno ma, di partire dalla
concretezza delle cose e su di esse confrontiamo le nostre possibili soluzioni,
le nostre proposte, le nostre priorità. Che idea abbiamo di sviluppo? Quali
risposte dare agli imprenditori che chiedono zone artigianali? Come regolarsi
nei riguardi degli operatori economici che chiedono concessioni edilizie in zona
agricola per ampliare le proprie attività? Abbiamo idea di quali fonti
energetiche dovremmo sostenere per abbassare i costi di fornitura di energia
alle nostre imprese? Per chi vuole creare piccole filiere di servizi tra loro
coordinate quali risposte abbiamo? Negli anni passati più di mille persone
percepivano un reddito, benché molto modesto, dal tessile, oggi il settore è in
forte difficoltà, ha eliminato più del settanta per cento degli addetti, abbiano
uno straccio d’idea di cosa potremmo fare o il problema non ci riguarda?
L’agricoltura, vocazione originaria del nostro territorio, ha subito grandi
trasformazioni passando dalla quantità alla qualità, il percorso però è lungo e
accidentato, noi del centrosinistra abbiamo orecchie disponibili per i giovani
imprenditori che producono prodotti di pregio, riuscendo a confrontarsi con il
mercato? Non si dovrà riprendere il discorso interrotto dell’accorpamento del
cooperativismo agricolo o a tutti i costi bisognerà conservare la gestione dei
propri feudi, indipendentemente dall’interesse degli agricoltori? Il
centrosinistra ha da dare suggerimenti a tal proposito? Dobbiamo rimanere fuori
dalle nuove tecnologie? Nel nostro territorio ci sono realtà di tutto rispetto
nell’ambito dell’impiantistica, telecomunicazioni, rete dati e sicurezza, che
operano e si confrontano a livello europeo, è sufficiente che Pompilio Rollo
regali loro una targa, o noi dovremmo interloquire per capire quale ricaduta sul
territorio un’azienda di questa portata può offrire? Quale è il tempo massimo
per le concessioni che il Comune dà in gestione ai privati? La gestione della
pubblica illuminazione è stata data per trent’anni ad un’impresa di Nardò, è
consigliabile perseguire in questa direzione?
E ancora, come pensiamo di tutelare e difendere il territorio? Quale deve essere
il lotto minimo per rilasciare concessioni onerose in zona agricola? Opereremo
per la bonifica delle cave dismesse, così come stabilisce la legge, o faremo
finta che non esistono? Le perimetrazioni sono la soluzione legislativa
all’abusivismo condonato, i costi sono insopportabili per molti cittadini,
abusivi per necessità, abbiamo una risposta credibile da offrire a queste
situazioni? La piazza del paese, che rappresenta la memoria storica di una
comunità, è stata violentata ed espropriata dalla sua identità, vogliamo
tenercela così o pensiamo di recuperarla alla sua storia? Come vorremmo
realizzare la gestione e la raccolta dei rifiuti, visto che i costi per i
cittadini salgono in maniera esponenziale? Che fine ha fatto la raccolta
differenziata?
Non rimaniamo imbrigliati all’interno delle griglie del politichese, che copre
di banalità e luoghi comuni discorsi che nessuno vuol più sentire, non aspiriamo
alla gestione delle sorti dell’umanità, tutti siamo contro le missioni di guerra
e a favore dell’integrazione, ma quanti sono gli stranieri che vivono a Veglie e
cosa si fa per integrarli? Il sindaco deve favorire i processi di integrazione
sociale, un’amministrazione ha le sue responsabilità, ma a nessuno è vietato
intraprendere attività d’integrazione sociale, il centrosinistra a Veglie cosa
fa? Il progetto per la costruzione della piscina si è bloccato, o comunque non
se ne parla da quattro anni, non lo riteniamo utile per il nostro paese? Il
palazzetto dello Sport deve rimanere appannaggio solo della società che l’ha
ricevuto in gestione o può essere utilizzato da altre società, che, senza scopo
di lucro, favoriscono lo sport a Veglie? Anche il progetto della
circonvallazione sembra segni il passo, la cittadinanza è distratta dal caldo
estivo; Rifondazione comunista, Comunisti Italiani, Margherita, Democratici di
Sinistra, Sdi, Udeur, Italia dei valori, Verdi vogliono essere contagiati da
questa distrazione generale o sono disposti, per la realizzazione dell’opera, ad
intraprendere iniziative politiche verso la Provincia? Quali iniziative? Quando?
Questi sono solo alcuni dei problemi di una società moderna, complessa e
dinamica; altri, altrettanto importanti, solo per questione di spazio, sono
rimasti fuori e me ne scuso. Pertanto, bene farebbero il professore Antonio De
Bartolomeo (Segretario della Margherita e Presidente del Consiglio Comunale ),
l’avv. Antonio Simone (Segretario dei Comunisti Italiani, candidato alla
Provincia), il dott. Gianni Muci (candidato al Consiglio Regionale, segretario
di Rifondazione Comunista ), il prof. Antonio Greco ( già sindaco di Veglie ),
Antonio Cascione (segretario dello Sdi e assessore ai LL.PP. ), il responsabile
dell’Italia dei Valori, il rappresentante dei Verdi e i compagni dei D.S. e
insieme a loro: professionisti, imprenditori, rappresentanti sindacali e tutti
gli interessati ai problemi del Paese ad esprimersi sui tanti aspetti della
nostra comunità, affinché essa migliori con il contributo di tutti, poiché
nessuno ha le ricette giuste per la soluzione delle difficoltà, che la
modernità, ogni giorno, ci mette di fronte.
E chissà, forse potrebbe iniziare da questo confronto, in campo neutro, un
diverso percorso di unità del centrosinistra. Vogliamo provarci? Io ritengo che
abbiamo il dovere di farlo!
Giovanni Caputo.