RIFLESSIONI
SUL DOPO ELEZIONI
Dopo ogni elezione segue tutto un ragionare sui risultati del voto, per
cercare di comprendere l’orientamento espresso dai cittadini,
che si sono recati alle urne e hanno manifestato la loro preferenza. Si
analizzano le strategie adottate durante la campagna elettorale, i
sistemi di comunicazione, i programmi proposti, la capacità
d’interpretare i bisogni e le aspettative. Si esaminano i
punti di forza e di criticità delle scelte operate per
intercettare il consenso. Attraverso il consenso si legittima la
gestione delle istituzioni che si dovranno governare. In questo periodo
aumenta la tiratura della stampa, che si cimenta in analisi e
prospettive future, poiché le persone vogliono capire al di
là della singola scelta e di quella dei propri conoscenti,
l’orientamento generale di comunità sempre
più ampie chiamate a scegliere i propri governanti.
Così è successo anche nelle ultime elezioni del
10 e 11 aprile per il rinnovo del Parlamento. In
quest’occasione, il dopo elezioni è reso
più intricato dalla vittoria di misura del centro-sinistra,
che il Presidente del Consiglio fatica a riconoscere, poiché
non è contemplata, nella sua visione del mondo,
l’idea di perdere. Prevedibili e puntuali dichiarazioni di
brogli elettorali, richiesta di riconoscimento del risultato del voto,
improvvise proposte di grandi coalizioni, richiesta di nuove elezioni,
stravolgimento di alleanze, strategie, programmi, proclamazioni
inneggianti all’unità nazionale e al bene comune
si susseguono con finalità e obiettivi non sempre facilmente
decifrabili.
Qualcuno cerca di rendere confusa e illegittima una
consultazione elettorale democratica e ordinata. I cittadini italiani,
che liberamente hanno espresso le loro opinioni, meritano tutto questo?
Le istituzioni reggeranno agli scossoni di questa continua
delegittimazione? Come finirà l’aggrovigliata
vicenda? Rischiamo di diventare la Bielorussia? Gino Bartali, dopo
l’attentato a Togliatti, salvò l’Italia
dalla guerra civile. Se si continua ad attentare alla democrazia,
abbiamo un “Bartali” a portata di mano?
Dopo l’impegno per le festività pasquali il
Cardinale Ruini inviterà a più miti consigli il
Presidente Berlusconi ?
Queste riflessioni, gravide di preoccupazioni smorzate dalla festa, non
permettono di soffermarsi su una situazione che andrebbe scandagliata,
nel voto locale, alla ricerca di percorsi ricompositivi degli
schieramenti di riferimento nazionale. Nonostante le posizioni
schizofreniche, i calcoli dei singoli e lo svuotamento del ruolo dei
partiti, l’elettore sull’onda di un dibattito
nazionale e al di là di ogni aspettativa, premia, in una
consultazione fortemente veicolata dalle segreterie, i simboli vecchi e
nuovi dello schieramento di sinistra. L’Ulivo, che a Veglie
non c’è, ( chissà per colpa di chi ? )
viene suffragato da un 23,52% con uno scarto in più
di circa quattro punti sulla somma dei partiti che lo
compongono e senza che quest’ultimi abbiano preso una sola
iniziativa politica unitaria. A Veglie 2004 persone votano un simbolo
per mandare al governo una coalizione di centro sinistra e nessuno sul
territorio sente la necessità di farsi garante di quella
volontà. Ora che la volontà unitaria non sia una
dote molto diffusa, che le ragioni degli altri vengano sempre dopo le
nostre, che le identità siano difficilmente ricomponibili,
che i principi non possano essere barattati col cinismo lo sappiamo, ma
quando un cittadino su quattro ti chiede di
unirti e uno su due ti chiede di stare dalla tua parte, tu dirigente
politico di centro-sinistra di Veglie cosa gli rispondi ? A
Veglie non ci sono le condizioni ? Ma le condizioni chi le crea? Sei tu
che rappresenti la sinistra a Veglie. Sei tu a doverle costruire e se
occorre inventarle! I cittadini da te pretendono lo sforzo
dell’unità. E sullo stare insieme che la politica
si gioca la sua credibilità. E appena finita una campagna
elettorale combattuta sull’impossibilità del
centro-sinistra di rimanere unito. Metà del popolo italiano
ha dato fiducia a questa possibilità, è possibile
che tu a Veglie non senta il richiamo forte della volontà
della tua gente ?
Giovanni
Caputo