il canalone si fa e non si fa
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Volantino-Comunicato stampa, 25 luglio 2002 * "Politica"
Volantino-Comunicato stampa Il Canalone si fa e non si fa La petizione popolare con 1755 firme, presentata a maggio da un Comitato di cittadini, è approdata dopo non pochi affanni amministrativi nel Consiglio Comunale del 23 luglio. L’amministrazione comunale guidata da Carlà-Catamo ha respinto un ordine del giorno presentato dalla minoranza per il rinvio dell’esame della petizione a un Consiglio Comunale monotematico da tenersi in piazza e ha aperto la discussione sulla richiesta popolare a partire dalle ore 13 e a sala consiliare completamente vuota. Dopo gli interventi dei rappresentanti di tre gruppi consiliari (DS-AN-Società civile) e del Sindaco, è stata votata, dalla sola maggioranza, la proposta di accogliere la petizione popolare che chiedeva di non fare più il primo lotto del canalone con la sola motivazione che, per ora, non vi sono i soldi per realizzare l’opera, rinviando alla Commissione Consiliare competente una ulteriore e inutile istruttoria. Il Gruppo Consiliare di Insieme per Veglie e il Partito di Rifondazione Comunista ritengono che 1755 firme raccolte contro la realizzazione del progetto del canalone hanno ottenuto un primo risultato e rappresentano un grande momento di controllo democratico su scelte amministrative non condivise nella gestione del territorio. Il primo lotto del canalone è di fatto bloccato. La storia sarebbe finita se l’attuale Giunta non avesse l’abilità di imbrogliare di più la faccenda. Dinanzi ad una partecipazione popolare così massiccia, Alleanza Nazionale, con il suo assessore ai Lavori Pubblici, ha tentato di sminuire la portata delle firme e del controllo popolare; il Sindaco, per non mettersi contro duemila persone, è apparso più attento alle richieste della gente, pur apparendo in evidente difficoltà. E’ nata una linea politica non di sfondamento della volontà popolare ma di aggiramento che si è concretizzata in una soluzione progettuale che appare intelligente ma che è solo un’insipiente furberia. L’amministrazione di centro-destra, pur senza ammettere che il Canalone rappresenta una mostruosità progettuale che deturpa il territorio, danneggia i piccoli agricoltori e non serve a nulla, blocca il primo lotto. Poi, per non essere accusata di aver perso tre miliardi e trecento milioni e di non saper difendere una iniziativa approvata senza acume politico, chiede alla Regione Puglia di poter realizzare la seconda parte del Canalone (da via Salice a via Monteruga). In questo nuovo Canalone andrebbero a confluire anche le acque della costruenda fogna bianca cittadina che verrebbero riversate nella "Cava". Ottiene l’autorizzazione a spostare il finanziamento perché toglie molti problemi alla Regione Puglia e alla Prefettura di Bari. Ad una attenta riflessione, la nuova scelta progettuale rende più confusa la situazione perché non elimina il rischio idrogeologico, perché si pone contro i cittadini che non vogliono il canalone in qualsiasi parte del territorio sia realizzato e perché si fa carico, senza motivo, di problemi che sono della Prefettura di Bari e della Regione Puglia, uniche responsabili dell’adeguamento alla legge di un progetto di completamento della fogna bianca del paese che tali enti hanno già approvato. La minoranza consiliare e Rifondazione Comunista ritengono che il finanziamento per il rischio idrogeologico possa (o poteva) essere utilizzato per un progetto diverso e certamente più utile del mostruoso "canalone"; la minoranza, d’altra parte, è pronta a sostenere, con il suo voto favorevole, un progetto di adeguamento dell’intera rete di fogna bianca e dei recapiti alle nuove norme, con la richiesta di ulteriori fondi al Commissario Regionale per l’emergenza. A un simile progetto siamo obbligati dalla legge (e al suo finanziamento devono pensarci la Prefettura di Bari e la Regione Puglia), a costruire un canalone non ci obbliga nessuno. La minoranza, infine, in attesa dell’esame del progetto esecutivo del secondo lotto del canalone, è impegnata a promuovere la più ampia partecipazione popolare e a vigilare perché, approfittando del periodo di ferie, non si compiano scelte sbagliate a danno e contro la volontà della comunità vegliese. INSIEME PER VEGLIE RIFONDAZIONE COMUNISTA
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