"MI BUTTO GIU' DAL PRIMO PIANO"

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dal QUOTIDIANO, 16 luglio 2003 *  Si ringrazia la Caffetteria PAMAS - Precisazione

 

Rabbia e disperazione
"Mi butto giù dal primo piano"
E i colleghi evitano la tragedia


Paura al municipio di Veglie. Non erano ancora le 12 quando, allontanatosi dai suoi colleghi che in quell'aula consiliare infuocata si battevano per il loro futuro occupazionale, ha infilato in quattro e quattr'otto due rampe di scale raggiungendo il primo piano del municipio. Da lì Daniele Scarafile di Campi, neanche 40 anni, marito e padre, ha lanciato il suo appello, estremo e disperato. Aveva le lacrime agli occhi Daniele e vigore a sufficienza nelle braccia per mantenersi in bilico pronto ad un salto nel vuoto. «Mi ammazzo»: queste le sue parole come unica soluzione ad un futuro incerto. Unica strada per vincere l'imbarazzo di non sapere come mandare avanti la famiglia. Le parole dei colleghi, di carabinieri e Vigili urbani e di Luigi Panarese, lo hanno distolto dall'insano gesto ma poco dopo l'operaio si è sentito male. È giunta sul posto un'ambulanza e un medico lo ha soccorso. Poco più tardi si è ripreso. «Ti viene da fare di tutto - ha poi raccontato Daniele Scarafile - e forse il mio gesto si sarebbe potuto evitare. Il fatto è che da parecchio che siamo in attesa di sapere come questa vicenda si evolverà: è passato oltre un mese e mezzo e il nostro futuro è in bilico. Si arriva al punto in cui si perdono anche i lumi della ragione. La nostra speranza è che l'azienda abbia le garanzie per andare avanti tanto più che tra lavoratori e imprenditori c'è sempre stato un rapporto di reciproca fedeltà e fiducia come fossimo un'unica famiglia.

Dal canto nostro siamo pronti a tutto anche a far qualcosa per pagare gli espropri effettuati dalla Provincia pur di salvare il nostro posto di lavoro»

di F.P.