GLI ATTI SONO CHIARI: LA TANGENZIALE CI DANNEGGIA

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dal QUOTIDIANO, 13 luglio 2003 *  Si ringrazia la Caffetteria PAMAS - Precisazione

 

La cava a la "bretella" delle polemiche. Parlano gli imprenditori interessatieglie
"Gli atti sono chiari: la tangenziale ci danneggia"

 

VEGLIE -  Infuriano venti di tempesta sulla vicenda relativa all'esproprio da parte della Provincia di Lecce della cava della ditta Panarese di Veglie per il completamento della circonvallazione del nord Salento. L'attenzione si sposta ora dal rischio di licenziamento che incombe su 15 operai che in quella cava ci lavorano alle schermaglie tra le parti in causa. Un memoriale lungo e fitto di date, delibere e documenti vari con tanto di corredo fotografico è stato infatti redatto dai fratelli Panarese «per precisare l'iter della progettazione e realizzazione parziale di quell'arteria».

 

Indietro nel tempo fino al '95 quando «la Pro loco di Veglie ebbe l'idea della circonvallazione per decongestionare il traffico urbano e, redatto il progetto, ne fece dono all'amministrazione comunale». Poco dopo entrò in ballo anche la Provincia di Lecce «che conferì l'incarico a sette progettisti per redigere un altro progetto, quello esecutivo». Da qui, pare, il primo errore «macroscopico - affermano gli imprenditori - di far passare il tracciato dalla cava e tutto per non aver visionato la documentazione sui vincoli territoriali di quella zona».

Eppure lì, in località Troali, c'era una cava da 100mila metri quadri in pieno esercizio «profonda sei, sette metri e regolarmente autorizzata per quanto i progettisti avessero dichiarato che all'epoca della progettazione non c'erano ancora scavi».

 

E qui gli imprenditori rilevano da parte del Comune di Veglie una contraddizione: «Da un lato la nostra amministrazione approvò il progetto della circonvallazione; dall'altro autorizzò l'ampliamento della cava». Maggio '99: la Provincia notifica all'impresa l'immissione nel possesso della superficie da espropriare per completare la bretella. Inizia un lungo contenzioso ancora in corso. Crescono le accuse: «La Provincia - aggiungono i Panarese - incurante della confusione creata, per tappare e coprire le efficienze e irresponsabilità ha previsto lo stanziamento di altri quattro miliardi e mezzo di lire per un viadotto che attraverserà la cava completando l'opera».

 

Ma chi poteva deviare il percorso? C'è una risposta anche a questo: «Il tracciato della circonvallazione nei pressi della cava - illustrano gli imprenditori  - corre in zona agricola priva di insediamenti, voragini, corsi d'acqua o altri fattori che possano indurre a non interferire con opere pubbliche».

Eppure, concludono i fratelli Panarese, «l'ex sindaco Greco afferma che non è esistito alcun altro progetto, ma uno solo, mentre nella delibera 46/97 si dice che «i sette tecnici hanno rivisto a piedi il tracciato, modificando quello che l'amministrazione comunale aveva già presentato». E, aggiungono, dichiara che «la circonvallazione non attraversava nessuna parte di cava di cui fosse stata autorizzata la coltivazione, quando la particella 23 del foglio 21 è stata autorizzata nel 1990 con decreto ministeriale».